Pecore Elettriche Ogni Santo Giorno 2013 - Cantautoriale, Rock'n'roll, Blues

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Massiccio e alla lunga un po' pesante

Se gli androidi sognassero davvero pecore elettriche, gli onirici ovini non assomiglierebbero per niente al gruppo che ha rubato loro il nome. Io, almeno, mi immaginerei che facessero una musica aliena, futuristica, sicuramente meno radicata di quella che invece suona la band toscana, al contrario impregnata di terra. Terra sabbiosa e terra paludosa, quelle del blues e dello stoner, scorrono tra i solchi di “Ogni santo giorno” e nella voce di Salvatore Brasco, quanto mai a suo agio nel ruolo di tenebroso cantore dei mali del mondo odierno. Ma è su questo punto che qualcosa non quadra: perché i testi non riescono spesso a non impantanarsi nel già sentito e nel cliché – crisi economica, precariato lavorativo e sentimentale, ipocrisie della vita borghese, deriva dell'Italia, trattati in modo non particolarmente originale – e le parti più declamatorie sanno troppo di Capovilla in vacanza in Arizona. Questo, aggiunto alla sensazione di poca novità e durata eccessiva, appesantisce l'ascolto, ed è un peccato, perché si rischia di arrivare in fondo annoiati da troppe parole troppo predicate e dimenticarsi di pezzi potenti come “Ultima notte prima di Londra” e “Giovani vecchi”.

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La recensione Ogni Santo Giorno di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-08-21 00:00:00

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