Here Brooklyn Bank 1998 - Jungle, Drum & Bass

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Stavolta la proposta del Consorzio è di tutt'altro genere rispetto ai canoni a cui siamo abituati. Il prodotto che vi troverete in mano è quasi "scottante", vista la mole di suoni al suo interno che colpiscono più per l'eterogeneità che per la qualità.

La definizione "ibrido sonoro" che gli stessi Mauro Teho Teardo (Meathead e Matera) e Jim Filer Coleman (Cop Shoot Cop, Phylr) hanno scelto per identificare il progetto non può che trovarci d'accordo. Ma spesso la parola 'ibrido' induce a pensare a qualcosa di freddo e distaccato, mentre qui ci troviamo di fronte a 12 composizioni tutt'altro che 'glaciali'; se da una parte è vero che in "Brooklyn bank" si gioca con l'elettronica e il drum 'n' bass, dall'altra non si può dire che siano questi gli unici elementi a costituire il suono del disco.

Le collaborazioni con personaggi del calibro di Lydia Lunch, Bill Bronson (Swans), Rock Savage (Barmarket), Scott McCloud (Girls Against Boys) e Martin Atkins (Ministry, Killing Joke), fra gli altri, servono a spiegare perché prima si è usato il termine 'eterogeneità'. In questo disco, nato tra Pordenone e (soprattutto) New York, ci sono mondi di esperienze che si intersecano: all'onnipresente suono del sampler si aggiungono trombe, clarinetti, flauti, pianoforti e violoncelli. C'è insomma la volontà di realizzare un album che colpisca per la sua intensità e non venga catalogato nei generi sopra accennati.

Fin dal singolo "Apart", al quale spettava l'apertura del varco, abbiamo cominciato a pregustare le possibili atmosfere del cd: tracce come "Hacke", "Cello", "Scava" e "No truck" sono le songs più raffinate dell'intero album, forse perché le più vicine alla classica forma "canzone". In tutto 12 episodi che generano un vortice sonoro di fine millennio, senza per questo risultare apocalittici.

Stavolta più che mai quelli del Consorzio si sono dimostrati 'indipendenti' e di larghe vedute, come un anno fa lo furono per i Wolfango. Gli Here fanno tutt'altra musica, ma la sanno fare quasi sempre bene.

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La recensione Brooklyn Bank di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1998-08-21 00:00:00

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