BOOMBOOMBABYLON 2.0 2013 - Elettronica, Pop rock

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Pop rock elettronico che trasuda energia e riesce a coinvolgere l'ascoltatore, qualche elemento da limare ma la strada intrapresa è quella giusta

Sono in una stanza. E’ buio ed intravedo a malapena i tratti dei volti delle persone che mi circondano, fino a che le luci stroboscopiche rosse e blu creano illusioni, rallentando i movimenti dei corpi, il tempo decelera e i secondi diventano minuti. La drum machine di “Non so chi sei” mi batte dentro il petto, impedendomi di camminare senza perdere l’equilibrio e non capisco chi sia la figura che mi segue come un’ombra; il sound che si ripete per quattro minuti e mezzo di “Su di me” mi fa girare la testa e quasi quasi giro anche io senza fermarmi, mi lascio prendere dalla frenesia battendo le mani a tempo e respiro più veloce. I suoni distorti di “Non una parola” mi pulsano dentro, ripetitivi e macchinosi, fino a diventare solo un battito e i sintetizzatori viaggiano in sordina, aspettandomi dietro l’angolo; adesso lascio che il mio corpo segua il ritmo di “Dipingi l’anima” e i miei muscoli vibrano ad ogni colpo di drum machine, mentre i suoni sommessi di “Punto di vista” ora iniziano ad uscire allo scoperto e a farsi più vividi dentro le mie orecchie, saltando fuori da quell’angolo.

"2.0" è il secondo lavoro dei Boomboombabylon: si tratta di un disco fatto di tanta elettronica e bei suoni, che riescono a far entrare l'ascoltatore nel mood; la voce però potrebbe stendersi meglio sulle trame sonore, calibrando i momenti in cui sarebbe interessante sentire i synth viaggiare liberi, a momenti in cui i testi dovrebbero invece impreziosire la struttura dei brani. Ascoltando il disco ho avuto l’impressione che alcuni episodi avrebbero funzionato meglio addirittura senza la presenza delle parole, come in “Salvami” che inizia rarefatta fino a coinvolgerti completamente nel vortice dei sintetizzatori. 2.0 trasuda tanta energia e carica positiva e sarei curiosa di sentire i Boomboombabylon live, dimensione nella quale probabilmente la band sfrutterebbe al meglio le proprie capacità.

Rispetto al precedente “On” del 2011 si percepisce una forte crescita e la strada intrapresa è senza dubbio migliore, allontanandosi totalmente da quel calderone contenente pop, reggae, musica orientale e contaminazioni varie e confezionando al contrario un pop rock elettronico capace di coinvolgere l’ascoltatore. Il sentiero imboccato è quello giusto, adesso bisogna limare qualche elemento che non va e continuare a migliorarsi nel tempo, partendo proprio da qui.

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La recensione 2.0 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-05-09 00:00:00

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