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Tre dischi, tre modi per festeggiare i vent’anni di attività degli Ossi Duri

Degli Ossi Duri sappiamo tutto quel che c’è sa sapere. Impossibile farsi sfuggire la loro liaison (per nulla dangereuse) con Stefano Belisari, in arte Elio, e l’ammirazione incondizionata, da tempi non sospetti, per Frank Zappa. Incroci con i quali la band torinese ha spesso fatto i conti e che hanno accompagnato, nel corso dell’ultimo ventennio, un percorso artistico lineare, legato a doppio filo con deviazioni per nulla estemporanee, leggasi i tanti viaggi percorsi tra i lidi del jazz-rock, del prog e del demenziale tout court.
Ora si scopre che agli Ossi Duri piace anche esagerare, tanto che per festeggiare il loro compleanno (vent’anni, appunto) si sono regalati tre album, per giunta usciti in un colpo solo: 31 canzoni che delimitano uno spazio vitale, esprimono l’amore per i propri punti di riferimento, permettono alle radici di fuoriuscire.

Radici, appunto. Ne emergono in abbondanza in “RicCoverAti”, collezione di cover pescate tra la produzione di New Trolls, Adriano Celentano, Enzo Jannacci, Le Orme, Skiantos e Area. Tra progressivo, cantautorato e rock demenziale, gli Ossi Duri si impegnano a fondo pur senza osare troppo. A parte il tocco sud-americano inserito in “Davanti agli occhi miei” e la traduzione in italiano dell’intro di “Luglio, agosto, settembre nero” – dalla quale, peraltro, i ragazzi escono massacrati, e forse era inevitabile – le versioni proposte non si discostano troppo dagli originali. Manca quel po’ di coraggio, è indubitabile, altrettanto indubitabile che gli sforzi profusi si traducano in un’occasione persa. Certo, ci si può consolare con le comparsate di Elio e Freak Antoni, quest’ultimo, come probabile, in uno dei suoi ultimi impegni discografici prima dell’addio. Sempre meglio che niente.

Le cose cambiano quando irrompe “Senza perdere la tenerezza”. L’assunto guevariano è il grimaldello per introdurre un disco nel quale gli Ossi Duri esprimono tutta la loro potenza sonora, districandosi tra crossover, riffoni hard, qualche richiamo prog e persino reggae e jazzy. Un album che corre veloce e prende a pugni la società dei consumi (“Soldi facili”), sfotte il mondo discografico o quel che ne rimane (“Radiologia”) nonché quello pubblicitario (“Publi city”), cita Pierpaolo Pasolini (“Ragazzo poliziotto”) per poi ritrovarsi a ironizzare, sulla scorta di spunti decisamente geniali, sull’alta velocità, come accade in “Mozzarella trafelata”, strampalato inno No-Tav reso prezioso dal contributo di un efficace Freak Antoni. Un lavoro all’altezza della fama degli Ossi Duri, compatto, nervoso, allo stesso tempo divertente e fonte di riflessione su diversi aspetti della nostra società decadente. La tenerezza è parte integrante del tutto (a dimostrarlo contribuisce un pezzo come “Unica”), così come alcuni richiami a Frank Zappa e a Elio e le Storie Tese, che troveranno il loro completo sviluppo all’interno del terzo cd.

Prende il nome di “Frankamente” e rappresenta, facile dedurlo, un tributo (live) al musicista di Baltimora nel ventennale dalla sua scomparsa. Diciamolo sin da subito: coverizzare Zappa non dovrebbe essere per nulla facile (che facciamo? Lo togliamo quel condizionale?) ed è forse questa la ragione per la quale il gruppo piemontese, prima di imbarcarsi nell’operazione, ha voluto accanto Ike Willis, che dell’ex leader delle Mothers of Invention è stato a lungo collaboratore di primo piano. Nei dieci episodi messi in fila nell’album, presi tra la produzione zappiana dalla seconda metà dei ’70 fino ai primi anni del decennio successivo, gli Ossi Duri si muovono come da copione, inserendo le loro trame tra jazz-rock e avanguardia, complesse suite parodistiche e improvvisazioni non improvvisate. A dare man forte c’è sempre Elio, protagonista di “Why does it hurt when I pee”, con una traduzione piuttosto libera del testo, che a un certo punto inciampa nella frase “Non posso sborrare su Vanity Fair se in copertina c’è Valerio Scanu”. “Frankamente” è suonato con ottima perizia e consapevolezza, ascoltarlo vale la pena al di là di qualsiasi opinione si possa avere su Frank Zappa e sugli stessi Ossi Duri. “Coccolatevi questi ragazzi, altrimenti arrivano quelli di Amici!”. E se lo dice l’ultracitato Elio…

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La recensione RiCoverAti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-04-03 00:00:00

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