Spiritual Front Black Hearts in Black Suits 2013 - Dark

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Un’opera scura e densa che ti porterà con sé, tra la cupa meraviglia e la bellezza ossuta e pura.

Quante strade si incrociano, lasciandoci a volte indifferenti e altre portando cambiamenti e frutti inattesi. Si ritrovano dopo sette anni Simone Salvatori e Stefano Puri, e si mescolano ancora il gotico e la ballata oscura, i canti gregoriani, le sinfonie orchestrali e quel pianoforte amaro che pare sottolineare il momento esatto in cui nasce un pensiero malinconico: ed è sconfitta, perdita, disillusione, a tratti delineate con accenni nelle note e nella voce, oppure celebrate in arrangiamenti più complessi. Al centro del disco la poetica di Reiner Werner Fassbinder, per un legame col mondo cinematografico da sempre vivo, e tutto è uno scorrere di immagini profonde e taglienti, di scene fatte solo di sguardi, disperati o attenti o umidi ma mai palesemente distrutti, e vedo l’amore, riesco a vedere chiaramente l’amore nell’istante esatto in cui finisce, quell’istante in cui i colori scemano in un turbine di sfumature insostenibili, e due diventano uno, e l’aria s’assottiglia, si disperde,manca.

Mentre ascolto “Veronika” mi torna alla mente Zbigniew Preisner e la sua innata capacità nel trasmettere attraverso i suoni le emozioni di una persona che non conosci, di un personaggio che vedi sullo schermo e col quale immediatamente instauri una connessione grazie alla musica e alla musica soltanto, non c’è bisogno che parli, che racconti di sé, leggi il suo tormento e lo condividi subito, lasci che sia così. “Black Hearts in Black Suits” è un’opera avvolgente, è il sentore di una tristezza imminente, è il nero e soltanto il nero, è l’essenza della band che ha saputo spaziare fra vari generi mantenendo comunque la propria matrice dark ma qui si spoglia, si siede in un angolo e ci mostra la bellezza ossuta, la cupa meraviglia, la forza splendente della disperazione, e il tuo cuore non può fare altro che lasciarsi attraversare e fare a pezzi.

Intenso, denso e pieno tanto da distrarti da qualunque cosa e portarti con sé, questo album è il morboso splendore, il sentimento noir, la resa dei conti col dolore, e tutti i colori sfumano, e l’aria s’assottiglia, e il cuore non può fare altro che cedere, scoppiare, e lasciarsi attraversare.

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La recensione Black Hearts in Black Suits di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-12-13 00:00:00

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