Bottega Glitzer ding! 2014 - Indie, Folk, Pop rock

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Colori delicati e naia fra jazz, folk e pop-rock che convincono per metà

Bottega Glitzer è un progetto interessante che mostra varie sfaccettature di un’anima variegata (geograficamente e musicalmente parlando) che attinge da una tavolozza di colori delicati e naif. Geograficamente perché Nadja, voce femminile della band, è un’italo svizzera legata anche ai paesaggi francesi, musicalmente perché in “Ding!” si mescolano delicatamente sonorità retrò (quelli anni ’40 – ’50, per intendersi), echi di Billie Holiday e delicatezze alla Edith Piaf. Il sound che ne deriva è uno scorrere leggero e arioso sulla pelle, note che ti sfiorano gentilmente ma con decisione, rette da un timbro vocale forte ma delicato allo stesso tempo.

Si viaggia leziosamente fra il folk concitato di “Abba”, brano che invita a scoprire le cose che ci circondano, a cercarle “around, behind, before, above”, la sensuale ballad “Baby”, che diventa col passare dei secondi una sorta di scioglilingua cavalcante, oppure “Tutte Queste Cose”, pezzo squisitamente leggero e festoso, e sembra davvero di essere in un paesino svizzero dove si balla, si beve e si respira a pieni polmoni un’allegria insensata. Ci imbattiamo poi nel valzer di “Geh Nicht Fort”, dove la durezza di una lingua come il tedesco viene ammorbidita dalle sonorità malleabili che richiamano paesaggi in riva ai canali illuminati dal sole, e nel pop rock di “Mr. Perfet” che scuote per qualche minuto l’atmosfera, seguita subito dopo da “Jaime Ca” e il suo dondolare lento sulla fisarmonica liquida e svolazzante. “Will Tanzen” è il brano più galoppante del lotto, quello che ti risveglia e ti da la carica giusta e visto l’andamento lento del disco, direi che ci voleva proprio. Sì, perché ci sono due cose che non mi convincono interamente: primo, la scelta di cantare in inglese, francese, italiano e tedesco mi fa apprezzare l’esser poliglotta della cantante, ma niente più, al contrario spesso mi confonde senza colpirmi davvero. Secondo, l’estremo mood trascinato che ritrovo in quasi tutti i brani, dove si passa dal folk allo swing, dal jazz al pop (tranne qualche eccezione), risulta un po’ noioso.

Nel complesso “Ding!” è sicuramente un disco ben fatto, tecnicamente parlando Nadja sa il fatto suo e i musicisti che l’accompagnano pure, ma lo trovo un lavoro poco centrato che avrebbe bisogno di smussare qualche angolo ancora troppo appuntito e di eliminare il superfluo, concentrandosi su una strada più precisa. Confido nelle doti della bella cantante e mi aspetto ancora qualcosa in più.

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La recensione ding! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-06-16 00:00:00

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