Tralasciando silenziosamente il fatto che potremmo inserirli tra le band italiane col nome brutto, anche l'EP dei Malperturgio si può rubricare sotto la voce “Maneggiare con cautela”. “Demonios” è composto di sei pezzi di diversa estrazione, che variano dallo stoner (“Cosmic cells journey”) allo sludge à la Black Label Society (“Soul Sharia”), post-grunge in “The overload” e “Demonios”.
Storia a parte “Child of the cloud”, poco più di un divertissement suonato con lo scacciapensieri, che paradossalmente si rivela il brano più bello della collana, per l'arrangiamento non convenzionale e la capacità di creare un'atmosfera straniante, un po' psichedelica un po' western.
Gli altri brani sono di genere, derivativi, ben eseguiti, interpretati, scritti molto bene e cantanti da una buona voce dal timbro hard-rock, ma restano nel registro del già sentito. Si capisce che questo è il sound che piace e appassiona i Malpertugio, se ne avverte la sincerità, ma si fa fatica a ricordare i brani e a non correre ad ascoltare qualcosa direttamente dagli anni '90. Perché non tentare su una strada meno battuta e sfruttare meglio quelle intuizioni di “Child of cloud”?
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