MALTESE Senza vele 2014 - Cantautoriale

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Possibile fenomeno pop da elettore di sinistra. Bravo ma non convince

Il Maltese è un progetto che ha più di una possibilità di finire in rotazione sulle radio nazionali. C'è talento nello scrivere, una produzione professionale alle spalle e racconta temi che, volente o nolente, sono attuali nel modo più classico di intendere parola: ovvero le cose trovi sui giornali, quelle che il pubblico da Tv generalista capisce subito, le lamentele contro il mal governo, la destra e la sinistra, le tasse, il mostro del telegiornale, ecc ecc. In stile Mannarino riesce a disegnare un personaggio che ha più di una sfumatura: è certamente romantico ma anche cinico quanto basta per poi sfociare nell'indignazione più diretta e facile. E vi assicuro che ci sono musicisti che questa cosa la fanno davvero peggio di Maltese, o tanti altri che magari la scintilla ce l'avevano ma che poi si è spenta dopo una carriera fin troppo lunga.

Sto parlando di quello spunto personale che ti fa suonare la cosa meno qualunquista di quella che è. Che in qualche modo ti faccia sentire le viscere. E qui di spunti di questo tipo ce ne sarebbero ma purtroppo, individui già limature e trucchi da autore consumato (immagino per via delle collaborazioni più che apprezzabili che potete leggere nella descrizione del disco, gente che ha scritto per Nina Zilli, Morandi, Emma Marrone). Insomma a mio avviso il Maltese non ha ancora fatto vedere il pelo sullo stomaco - cosa che ogni cantautore di talento fa agli esordi spinto da chissà quale irrequieta incoscienza - e già gioca a nascondere e arrotondare gli spigoli, l'importante è che il prodotto suoni giusto e bene. E quindi pur essendoci delle intuizioni notevoli poi finisce per suonarti finto. Le qualità, nell'ordine, sono: una bella voce, è particolare con tante belle inflessioni. Sa cosa significa gestire un immaginario sonoro, prendete "Deja vu" che ha quell'arrangiamento stile Manu Chao con le drum machines, o "Nel bosco delle more" che potrebbe cantarla Malika Ayane; e in entrambi i casi, per quanto generi diversi, sembra proprio che sia il suo genere. Sa come si scrive un ritornello, prendete "Il Notiziario". E' capace a scrivere, perché prendete "Io non ti voto" e ti racconta due personaggi, uno di destra e l'altro di sinistra, descritti bene, e finisce a raccontarti perché la gente non va più a votare.

Il problema è che i dettagli ci sono, manca una spinta che dia una vera credibilità al tutto. La puzza di sudore, da animale violento che - anche se non ti piace - senti in Mannarino. Allora "Deja Vu" e "Nel bosco delle more" ti sembrano solo due canzoni prodotte bene; "Io non ti voto più" ritorna ad essere la canzone qualunquista che è sempre stata; "Il Notiziario" è un bel ritornello alla Daniele Silvestri in mezzo a tante banalità.

Come dicevo all'inizio, le possibilità per arrivare ad un pubblico largo e affascinabile ci sono, ma anche i grandi fenomeni pop devono avere una sostanza e qui non la vedo ancora. Vedremo.

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La recensione Senza vele di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-07-03 00:00:00

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