I Know For Integrity (K.F.I.) vengono da Roma proponendoci un MiniCD autoprodotto che mi crea qualche problema di valutazione.
La capacita' di suonare del gruppo e' fuori discussione, i ragazzi hanno ottima tecnica, suonano in maniera energica, pesante, piena di passione e grinta, con molto sentimento e trasporto... purtroppo pero' sono anche loro largamente afflitti da quella sindrome imitativa che troppo spesso si ritrova nei gruppi di casa nostra...
La proposta dei K.F.I. si inserisce infatti in quel filone chiamato post-metal o anche new-metal o, se preferite, piu' genericamente crossover... in poche parole puntano dritto a Korn, Incubus e affini e questo rende il loro lavoro spesso troppo banale e scontato, infatti chi apprezza e ben conosce le composizioni di Jonathan Davis o il modo di cambiare rotta degli Incubus puo' immaginare al primo ascolto come variera' e dove andra' a finire ogni brano dei K.F.I.
Peccato perche' le doti di questi ragazzi sono senza dubbio sopra la media visto che sanno usare alla grande gli strumenti e sanno giocare perfettamente con l'elettronica.
Cinque brani splendidamente suonati e arrangiati, specie i primi tre che si avvalgono di una produzione semiprofessionale, ma purtroppo carenti in originalita' e per capirlo basta ascoltare l'ottima Fault, title-track con punte metal e soventi cambi di ritmo, oppure Oniria che alterna irruenza e distorsione a improvvisi ritornelli melodici, o ancora la prevedibile Phase 2 che parte su sonorita' lente e malinconiche che, come da copione, irrompono in violenti muri di suono e cambi di tempo.
I due brani che chiudono il MiniCD sono indicati come "demo-version" ed effettivamente la qualita' di registrazione e' piu' artigianale ma comunque apprezzabile.
Integrity#1 punta dritto a Follow the Leader con il basso a regolare le numerose variazioni; Dedicated To da vita a momenti di irruento crossover che a tratti mi hanno ricordato alcuni passaggi dei Faith No More.
Concludo questa recensione con un po di amaro in bocca perche ritengo questi K.F.I. dotati di buone potenzialita' ma sinceramente li trovo ancora privi di carattere.
Forse un uso piu' frequente dell'italiano unito a una maggiore ricerca di una propria personalita' potrebbero consentire quel salto di qualita' necessario per proporsi in maniera decisa all'attenzione del pubblico.
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La recensione Fault di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-05-14 00:00:00
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