Deadstar Corrosion Nothingness 2003 - Industrial, Elettronica, Dark

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Dietro il nome Deadstar Corrosion si cela un giovane abruzzese - che a sua volta si nasconde dietro lo pseudonimo Danny Theema - ed è lui ad occuparsi, secondo lo spirito del ‘do-it-yourself’, di tutte le fasi del processo produttivo (dalla composizione all’esecuzione, fino alla registrazione) delle canzoni contenute in “Nothingness”.

Mi accosto perciò a questo lavoro molto ben disposto, sia perché ho una grande simpatia per le cosiddette ‘one-man-band’, sia perché il nome Deadstar Corrosion - chissà perché - mi fa pensare a schitarrate soniche a manetta. Ma le mie aspettative vengono presto deluse: a farla da padrone qui sono infatti i suoni digitali, mentre le chitarre appaiono di tanto in tanto a svolgere un semplice lavoro di sottofondo. I (?) Deadstar Corrosion lasciano trasparire da questi sette pezzi un amore per certe atmosfere cupe molto ottanta - un po’ alla Joy Division - sopra cui si inseriscono la rabbia e l’estraniamentosintetici propri del filone industrial capeggiato da Trent Reznor e dai suoi Nine Inch Nails.

C’è da dire, nel complesso, che “Nothingness” è un lavoro ancora un po’ acerbo e presenta qualche ingenuità: i suoni e i volumi non sono curati come dovrebbero, le chitarre a volte tendono ad essere un po’ pasticcione e la stessa voce spesso manca di convinzione e della rabbia necessaria. Si discosta da questo giudizio solo l’iniziale “Rejected”, pezzo ben suonato e cantato, tirato, incazzato e molto coinvolgente. Purtroppo, con l’unica eccezione forse della claustrofobia e codeinosa “La manque”, nessuna delle restanti canzoni si mantiene su questi livelli; anzi, con la chiusura di “The hand with the gun” si raggiunge il punto più basso del disco: una ballatona romantica dove appare una chitarra acustica (fastidiosamente scordata), che avrebbe potuto essere il mio pezzo preferito e che invece è suonato e cantato con troppa noncuranza, finendo così per riassumere quello che secondo me è il difetto più evidente dei Deadstar Corrosion: l’approssimazione. Un po’ di esperienza è quello che ci vuole, in attesa del prossimo lavoro.

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La recensione Nothingness di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-07-01 00:00:00

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