Fratelli di Soledad Salviamo il salvabile - atto II 2014 - Ska, Rock, Reggae

Salviamo il salvabile - atto II precedente precedente

Un disco di cover per i Fratelli di Soledad. Tra artisti di culto e qualche successo di cassetta.

Nel caso siate scettici riguardo agli album di cover, se pensate siano un paravento messo su per nascondere quel po’ di appannamento creativo che prima o poi ti prende quando sei in pista da un tot di anni, allora questo disco non fa per voi. Perché “Salviamo il salvabile atto II” è un omaggio sincero, sentito, partecipe, affettuoso nei confronti della musica italiana del secolo scorso e a chi ci ha girato attorno, preferibilmente relegato nel ruolo di outsider. Ma non solo.

Tanto per capirsi: i Fratelli di Soledad non si limitano al recupero di artisti di culto come Flavio Giurato e Piero Ciampi o cantanti one shot del calibro di Goran Kuzminac (voce nella sua “Stasera l’aria è fresca”) e Franco Fanigliulo, ma provano a spaziare anche tra canzoni che hanno dominato le classifiche di vendita (“Svalutation”, con la partecipazione di Gino Santercole, coautore del pezzo nonché nipote del Molleggiato), gemme oscure (“Cimici e bromuro” di Sergio Caputo e “Versante est” dei Litfiba) e pezzi di un certo successo a rischio oblio (“Stranamore” di Roberto Vecchioni). C’è tempo anche per mettere le mani su di una colonna sonora (il Piero Piccioni di “O rugido de leao”, ovvero come farsi tornare in mente Alberto Sordi), per coverizzarsi addosso (“Je vous salue Ninì”) e tirare fuori “Il mio funerale”, firmato Ferruccio Casacci, inedito che non solo non sfigura in mezzo a tante perle ma si candida a inno casinista-freakkettone del prossimo futuro.

La produzione di Max Casacci, giusto per rimanere in famiglia, non snatura il suono dei Fratelli di Soledad, in tiro in caso di necessità (a dimostrarlo la robusta versione della già citata “Cimici e bromuro”) e sempre attenti a non tradire la propria natura combat-rock (poco male se si reinterpreta anche una canzone di un vecchio camerata. Già indovinato di chi si tratta, vero?). La lunga lista degli ospiti (chiaro, Bunna non poteva mancare…), le aperture al reggae e alle altre contaminazioni (si va dal rock-steady allo ska fino allo psychobilly) sono d’obbligo, come è d’obbligo apprezzare queste undici brillanti, e personali, rivisitazioni. In attesa che, presto o tardi, arrivi l’atto terzo.

 

 

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La recensione Salviamo il salvabile - atto II di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-14 00:00:00

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