TRT Celle Mentali 2014 - Soul, Rap, R&B

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Un disco incompleto

Ho ascoltato e riascoltato "Celle Mentali" con la speranza di capire cosa mi piacesse e cosa no. Alcune tracce le avrò sentite anche dieci volte e per quanto cercassi di sforzarmi non riuscivo a comprendere perché in fondo il lavoro di Turtu a.k.a. TRT non mi convincesse più di tanto.

Ero in cucina che cucinavo la più classica delle cacio e pepe, vado per assaggiare e BAAM! Espressione rassegnata in volto e tanto di smorfia per aver trovato una soluzione banale e scontata che avevo proprio sotto il naso. Alla pasta mancava altro pepe e così anche a "Celle Mentali". Il rapper di Salerno ha flow e tecnica ma è ancora acerbo, ha rime e incastri ma sono efficaci e incisivi solo per metà della sua produzione, esegue bene i testi che scrive ma l'interpretazione è spesso priva di originalità. Originalità. Questa parola per un rapper è come un mantra, devi avere il tuo stile, la tua personalità, devono riconoscerti. Questa forse la lacuna più evidente in "Celle mentali". TRT non porta aria nuova a Salerno, o al rap italiano in generale, e non lo dico tanto per fare della polemica ma come un mero dato di cronaca. Troppe le similitudini, troppi i richiami in alcuni passaggi a certi modi di fare rap e di approcciare al microfono. Non a caso il brano meglio riuscito è anche quello più intimo ("Il Signore Delle Mosche"), dove Turtu sembra riuscire ad andare in bicicletta senza mani.

Due invece i punti a favore di questo ep. Il primo è la varietà dei temi trattati: in soli cinque tracce TRT ha il pezzo che introduce alla sua arte e al suo pensiero, ha il brano rap che parla di rap, ha la ballad, il pezzo pop e la traccia autobiografica. C'è tutto e in pochi minuti. Il secondo è una scrittura che seppur poco matura fa uso di schemi metrici più ricercati rispetto a molti colleghi della sua età: rime alternate, incrociate e l'uso massiccio di paronimi e allitterazione.

Un disco a metà dunque ma con dei buoni propositi per il futuro e con un'ottima copertura musicale alle spalle: Fabio Musta è un CAPO, come dicono da alcune parti, e se ha deciso di puntare sul ragazzo un motivo c'è di sicuro; Mista Bobo per i non addetti ai lavori dirà poco e nulla ma se la scena salernitana gode di buona salute, molto è dovuto a lui (vedi i nomi di giovanissimi come Peppe Soks o Capo Plaza). Non resta quindi che attendere uscite future e sperare in future evoluzioni.

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La recensione Celle Mentali di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-08 00:00:00

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