milagro FINO A TOGLIERCI LA SETE 2014 - Pop, Folk, Acustico

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I Milagro riprendono i fili del discorso con un disco piacevole

La seconda prova per un gruppo o un musicista rappresenta sempre una cartina al tornasole. C'è chi elabora il proprio pensiero cominciato con l'album d'esordio, chi lo stravolge del tutto e chi rimane fedele alla linea: i Milagro appartengono a quest'ultima categoria. Con "Fino a toglierci la sete" Francesco Cavazzuti, Antonio Capolupo e Tommaso Stanzani riprendono i fili di un discorso partito con "Dieci gocce di veleno" del 2007, album che li ha fatti apprezzare da buona parte della critica. L'esibizione sul palco dell'Ariston l'anno successivo con "Domani" (pezzo poi incluso nella ristampa del disco) ha dato loro anche una certa visibilità tra il grande pubblico.

"Fino a toglierci la sete" passeggia, dunque, sulla linea tracciata dal trio emiliano, proponendo 12 tracce che si muovono leggere tra intrecci di chitarre acustiche, voci e tocchi di pianoforte, con la voce di Francesco che si adagia bene sulle melodie. Sulla strada dei Milagro, però, si rischia ogni tanto di inciampare: se "Alberi Fragili", il brano d'apertura, dà sensazioni positive con il suo ritmo sostenuto e i cori ben incastrati tra loro, le successive "Il silenzio prima di dormire" (strumentale) e "Viola" non lasciano il segno. L'album riprende una traiettoria scorrevole e piacevole con i tre pezzi seguenti: "Sarà che quando è buio", la migliore del disco, "Goccia a goccia", che sembra uscita da un disco di Niccolò Fabi  e "Il vagabondo", il singolo apripista. In questo lotto di brani, voce e musica raggiungono un equilibrio. Tutto funziona e nessuna delle due componenti prende il sopravvento sull'altra, amalgamandosi bene. Il disco, però, ha un momento di cedimento con la riempitiva titletrack strumentale, che introduce "Quel giorno in più", altro brano di scuola Fabi. Dopo la piacevole e sognante "Un sorso d'aria", il disco si avvia alla conclusione con "Dentro una spirale", la breve "Sospesi" (ottimo l'intro arpeggiato alla Nick Drake) e "La cura che hai", brani di buona fattura ma non indimenticabili.

Nonostante qualche passaggio a vuoto, in conclusione, "Fino a toglierci la sete" si lascia ascoltare, confermando i Milagro come un'interessante realtà del panorama musicale nostrano. 

 

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La recensione FINO A TOGLIERCI LA SETE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-24 00:00:00

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