Sospeso tra abissi sonori e apnea vocale.
Giovanni Conelli è un cantautore Campano polistrumentista. Il suo terzo ep, quasi interamente suonato da lui, è incentrato sull’abisso emotivo ed esistenziale dell’uomo. Le quattro tracce che compongono il disco (più un remix dei Microlux) nuotano tra l’elettronica molto vicina ad "Homogenic" di Bjorke il pop acustico.
Il titolo dell’introduzione è un omaggio a Shakespeare ("La tempesta"). I testi, pieni zeppi di riferimenti letterari, sono qualitativamente buoni (su tutte "L’elettricità" è quella che meglio raccoglie l’essenza dell’intero ep).
La copertina è una rielaborazione della “Grande Onda” di Hokusai, che a detta di Conelli meglio rende il concetto dell’ignoto oltre la grande onda, il packaging a tiratura limitata di 100 copie. Fin qui tutto bene, il problema, se di problema possiamo parlare, è la voce. Quando si discosta dall’essere uno “strumento” al pari del synth o degli effetti computerizzati non convince, per intensità e forza espressiva.
Non mi sento di bocciare un album ben suonato e ben “confezionato”; la qualità c’è ma si avverte spesso la sensazione che si ascolti un disco incompleto.
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La recensione Giovanni Conelli- Dietro un'onda nell'oceano di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-30 23:30:00
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