Indaco Terra maris 2002 - Sperimentale, Etnico, Alternativo

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Le parole sono importanti diceva qualcuno. E per tentare un approccio ad un cd come “Terra maris”, partiamo dai testi, da uno in particolare. Dice bene Eugenio Bennato quando, in “Terza qualità”, impugna il microfono e spiega il suo pensiero sullo stato di salute della musica: “E’ il terzo mondo che oggi si ascolta nei ghetti intorno alla stazione”. E’ come se gli Indaco avessero affidato al cantautore napoletano il compito di spiegare la filosofia della world music, disprezzata dai rockettari duri e puri, ma da sempre anticipatrice di tendenze delle quali, prima o poi, tutti, o quasi, si appropriano. Non è per niente strano sentirsi dire che certa musica parta dai ghetti, quando la realtà è strozzata dalle multinazionali del disco che non cercano altro che livellare le differenze, mentre la stragrande maggioranza delle radio privilegia una programmazione precotta.

Gli Indaco, sin dalla loro nascita, hanno intrapreso un percorso interessante che ha fornito alla loro proposta una lettura trasversale e “Terra maris” è un caleidoscopio di suoni, che abbraccia tradizione e modernità, fuse tenendo come modello la contaminazione delle culture mediterranee. Lungo la strada si incontra il fascino dell’est mutuato dai Beatles (l’attacco di “D’oriente” ricorda l’harrisoniana “Within you without you”), poi omaggiati con la cover di una “Norwegian wood” (riconoscibile ma non troppo), il rispetto per la tradizione sarda (le due “Amargura”, interpretate dall’ex Tazenda Andrea Parodi), ma, soprattutto, l’amore per un folk-rock semplice ma assolutamente non dozzinale, ibridato da elementi diversi (che dire della tromba di Paolo Fresu e del piano jazzato di “Puja”? ), ed affrontato con l’atteggiamento di chi vuole abbattere qualsiasi tipo di frontiera.

“Terra maris” non è il disco che cambierà le sorti della storia, ma siamo comunque di fronte ad un lavoro ben fatto ed appassionato. Per i cultori del rock ‘mediterraneo’ (una parolaccia?) e per coloro che non sopportano l’innalzamento di barriere. Di ogni genere.

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La recensione Terra maris di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-09-11 00:00:00

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