Nadàr Solo
FAME 2014 - Cantautoriale, Rock, Pop

FAME
19/11/2014 - 08:00 Scritto da Manfredi Lamartina

La potenza controllata dei Nadàr Solo è una concezione cruda e valvolare di pop

“Fame” è un disco facilissimo. Nel senso che si fa capire subito. È dritto come l’Autosole, accompagna senza spingere, non percorre strade strane e velleitarie. Inizia - bene - come finisce e non regala brutte sorprese. Verdena più Dimartino uguale Nadàr Solo: bingo. Il terzetto cerca la semplicità e trova la fame giusta per dimostrare di essere un gruppo che può scrivere un percorso importante. La potenza controllata dei Nadàr Solo è una concezione cruda e valvolare di pop, costruita attraverso chitarre toste, batterie pestate e una voce che fa la differenza.

“Piano piano piano” è un piccolo capolavoro. Suona come se i Motorpsycho fossero italiani e avessero un cantante dall’estensione vocale indefinita. C’è quel ritornello splendido che si innalza a diverse ottave da terra, da ascoltare col volume al massimo per non pensare a niente - o per pensare a tutto. Dice benissimo tutto quello che c’è da dire (”Da solo non puoi vincere il timore dell’inverno”) e spacca l’aria intorno. “Ricca provincia” è una ballata grunge che gestisce con gusto l’alternanza piano-forte, dando sostanza ai pensieri della protagonista alle prese con la bulimia. La ricerca letteraria in questo pezzo - come nel resto del disco - è interessante e il tema centrale è trattato con delicatezza e poesia. Peccato per il contesto, la solita storia della provincia piena di merda e di arricchiti (”Ignoranza, tanti soldi e un po’ di religione”): messa così è una descrizione comoda, manichea e un po’ spocchiosa che rischia di trasformarsi in un populismo uguale e contrario a quello che si vuole - peraltro legittimamente - denunciare. In “La vita funziona da sé” i Nadàr Solo sono al loro apice: una costruzione perfetta dell’arrangiamento, un lavoro vocale bello e un impatto che dal vivo promette parecchi decibel sul palco.

Diversamente da “Diversamente, come?”, in “Fame” i Nadàr Solo ritrovano la foga dei giorni migliori e si riconfermano band dalle idee a fuoco. I suoni sono ottimi e i pezzi raggiungono la loro dimensione ideale sin dal primo ascolto. Bene così, allora.

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