NODe - Not-Ordinary DeadHuman Machine2014 - Pop, Electro, Dance

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NODe è energia pura applicata all'elettronica: il secondo disco è una piacevolissima riconferma

Indagare il disagio tra oppressive realtà distopiche e più intime relazioni umane. Approcciare il tema con fare deciso e disinvolto (mai rischiando di diventare banali), e caricando il tutto con una buona dosa di ottimismo. Questa la ricetta da cui nasce “Human Machine”, secondo lp dei NODe Not Ordinary Dead. Per dirla con parole più terra terra è energia pura applicata all'elettronica. Elettronica da ballare, da cantare a squarciagola, da ascoltare a tutto volume.

Il disco contiene: un britpop che si è regalato un sintetizzatore e che si è concesso qualche momento di intensa riflessione; una dance più spinta che mai e che arriva a farsi influenzare da strascichi di new wave anni '80; un'innata attitudine al rock da ballare. Un qualcosa che ha voglia di uscire e farsi notare in fretta fuori dalla nostra penisola, e che ricorda (non solo per provenienza geografica), un altro mostro sacro dell'elettronica nostrana: i Planet Funk.

"Human Machine" ha la forza di riuscire ad essere tanto variegato quanto coerente, potente dalla prima all'ultima traccia e densissimo di significato nei testi. “The Shift”, “The Universe”, “We Come In Peace”, “A God For Humans” sono canzoni che prendono a prestito titoli da mondi fantascientifici, ma arrivano a parlarci di tematiche più umane che mai. “Soulsucker”, il singolo di lancio, giusto per fare un esempio racconta di un'amicizia perduta, tradita, di un'anima succhiata appunto. Altro pezzo riuscitissimo è “Dark Shadows (I Feed The Wolves)”, ennesima contrapposizione tra un testo ansiogeno e carico di tensione e una composizione brillante e spigliata, leitmotiv dell'intero album.

Già erano riusciti a sorprenderci positivamente nel 2013 con il loro album d'esordio “Tragic Technology Inc.”, ed ora, a distanza di quasi due anni da quel disco riescono a confermare le buone impressioni che erano emerse e a dar vita ad un disco sicuramente più maturo, più originale e ancora più potente. Già ora il livello è molto alto, e se proseguiranno su questa strada, ci sarà davvero tanto da divertirsi.

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La recensione Human Machine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-19 00:00:00

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