Autobeat Quasi tutto (ep) 2003 - Rock, Pop, Elettronica

Quasi tutto (ep) precedente precedente

Strani, non c’è che dire, questi Autobeat. Che in romagnoli ed emiliani ci sia una vena di follia è luogo comune che i quattro non fanno nulla per smentire. Tanto che del beat omaggiato nel marchio di fabbrica v’è poca traccia. O meglio, gli Autobeat paiono innamorati soprattutto del lato involontariamente comico di tanta produzione italica dei sixties, vista con gli ingenerosi occhi di oggi. Tuttavia la direzione della band non pare univoca e ben precisa: il demenziale si affaccia prepotente toccando ora accenti alla Tricarico (impressionante la consonanza, pure della voce) in “Stanze”, costruendo in “4omini e 4gatti” un racconto che avrebbe fatto felice il maestro del nonsense vittoriano Lewis Carroll (yes, quello di “Alice nel paese delle meraviglie”), e inventando una bislacca storiella tra rock‘n’roll e swing in “Trauma”. “Ragazzo del futuro” parte con una splendida strofa seria che si ricorda tanto dei flautini dei Beatles di “Strawberry fields” quanto di quelli insufflati dello Steve Winwood periodo Traffic. Poi però arriva un ritornello aspro e veloce più Pretty Things che Who che sfocia in un finale demenziale ironico. Pezzo interessante, ma che lascia perplessi; dà il senso di una bella canzone sprecata perché si volevano evitare a tutti i costi i toni seri.

Il dubbio è che gli Autobeat non abbiano ancora le idee chiare su cosa fare si rafforza col pezzo migliore del mini-cd, la bella cover di “Ognuno è libero” di un Luigi Tenco inaspettatamente rock‘n’roll. Seria, serissima.

E allora? Spiazzare, spiazzano. Ma convincere, non convincono ancora. I ragazzi però son giovani. Tempo ce n’è. Miglioreranno.

---
La recensione Quasi tutto (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-10-22 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia