BOX WAKE 2015 - Strumentale, Psichedelia, Post-Rock

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Quattro età della vita, quattro canzoni, quattro climi sonori diversi. Tutto molto gradevole.

Quattro tracce, un concept. Dal tema quanto mai classico: una vita raccontata in un album (“Days Of Future Passed” dei Moody Blues o “Storia di un minuto” della nostra PFM per citarne due). Ma con una grande varietà sonora. “First Hour” racconta, senza parole, l’aurora creaturale dell’infanzia con suoni e arrangiamenti che pescano a piene mani da “Anima latina” di Lucio Battisti (il basso col wha wha; i tocchi di piano a scandire l’armonia generale; ma la melodia del basso – occhio! – volente o inconsapevole cita quella della voce di “Un cervo a primavera” di Riccardo Cocciante).
“Wake”, l’età della ragione, e “Butterflies”, la scelta dell’inconsapevolezza e il rifugio nei piaceri privati, sono figlie degli anni '90, una per il suo new soul psichedelico, l’altra per l’atmosfera da Buddha Bar. Chiude “Freedom”, con un campionamento di “I Have A Dream”, lo storico discorso di Martin Luther King, che racconta l’età della consapevolezza e del rimpianto delle occasioni perdute, citando l’elettronica pomp di Jean Michel Jarre, su cui svetta un epico assolo di chitarra classic rock. Un album variegato e molto gradevole.

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La recensione WAKE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-04-30 00:00:00

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