LadyJumpDown Break Into The Blue 2015 - Rock, Blues, Alternativo

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Il blues-rock del trio fiorentino, influenzato dagli anni '70 britannici ma intepretato in chiave contemporanea e personale

Capelli lunghi e unti, basettoni selvaggi, jeans sdruciti ed a zampa d’elefante, una figura sinuosa si dimena sul palco, agile ma mascolina come la musica che suona.

Non è la descrizione di nessuno in particolare, men che meno di qualcuno dei membri dei Lady Jump Down, di cui, a dire il vero, non ho mai visto una fotografia. Ma, ascoltando “Break Into The Blue”, me li immagino così questi tre blues-rockers fiorentini, pienamente inscritti in quell’immaginario che si dipana dalle ruvidezze del blues urbano di Chicago e arriva, attraverso quasi un secolo di contaminazioni, ai contemporanei Jon Spencer Blues Explosion.

Le coordinate in cui si muove questo ep sono, quindi, quelle del blues rock più duro e cazzuto, fortemente influenzato da quel sound elettrico ed elettrizzante, che contraddistinse il rock made in Britain degli anni ’70, con band come Humble Pie, Foghat, Free fino ad arrivare ai Nazareth e al primo hard rock.

I cinque brani che compongono questo lavoro sono tutti all’altezza, alternando momenti di esaltazione quasi rabbiosa, con riff che richiamano inevitabilmente alla mente i Led Zeppelin (“House of Blues” e “Blind”) e momenti più cupi e crudi, spesso tendenti all’hard (“State of Grace”, “White Light” e “Brand New Shoes”).

Un pregevole lavoro, dal quale emerge la grande passione per quel sound e la capacità della band di interpretarlo in maniera non solo contemporanea, ma soprattutto personale e sincera.

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La recensione Break Into The Blue di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-07-14 00:00:00

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