Verbaspinae Tre 2015 - Rock, Psichedelia, Electro

Tre precedente precedente

Un elaborato crossover intimista, dove il post-rock diventa humus pregiato per irrequieti germogli sonori.

Ritroviamo i Verbaspinae esattamente laddove li avevamo lasciati tre anni fa: ancora alle prese con le loro macchinazioni psichedeliche, viziate di elettronica e folk, tanto ben orchestrate quanto velatamente autoreferenziali. L’unica, ma di certo non trascurabile, novità è rappresentata dall’uso esclusivo della lingua natia - in barba all’inglese dominante delle precedenti produzioni - che conferisce ad alcuni brani del lotto un’aura indie-cantautoriale vicina ad alcuni nomi della scena alternativa tricolore degli anni ’90 come Massimo Volume, Giancarlo Onorato e Marlene Kuntz, ma più per affinità di approccio autoriale che non per convergenze musicali (“Ieridomani”, “Il pezzo”).

Nei sette brani restanti il terzetto milanese persiste nelle sue anarchiche traiettorie soniche, talvolta concilianti, come nelle pigmentazioni (diversamente)folk di “Vyger”, “Alice” e “Tre”, talaltra più visionarie e cosmiche, come in “Novantuno” o “Ergot”, altre volte più fluttuanti, come ne “L’antidoto” - che ricorda certi slow-motion dei mai abbastanza celebrati Gatto Ciliegia Contro Il Grande Freddo - o, infine, finemente malinconiche, come nella raffinata “Parole”, che si aggrappa agli umori autunnali dei Tarmac di Gaëtan Roussel.
A suo modo un elaborato crossover intimista, dove il post-rock diventa humus pregiato per irrequieti germogli sonori.

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La recensione Tre di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-09-23 09:00:00

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