Nada L'amore devi seguirlo 2016 - Cantautoriale

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Un'artista che ha accettato che il suo pubblico cambiasse, contro l'abitudine frequente in Italia di dare al pubblico solo ciò che si aspetta

Sì, è vero, esordire parlando di una signora dicendone l’età non è affatto elegante. Ma non si può farne a meno. Nada Malanima, classe 1953, il 15 gennaio scorso ha pubblicato “L’amore devi seguirlo”, il suo diciottesimo album in studio, dimostrando ancora una volta che non ha interrotto il suo percorso creativo e di indagine sulle varie sfumature che può avere la suo musica. Sempre legata al ceppo cantautorale, quasi fosse una sorta di catena di dna, che non può essere recisa, in questi anni la musicista toscana però non ha utilizzato questo suo corredo genetico per ripetersi o per rifare quello che il suo pubblico avrebbe potuto apprezzare più facilmente. Piuttosto, lo ha mescolato, contaminato con quello che le piaceva e la stimolava, dal jazz al teatro fino al rock più scarno. Per questo Nada ha accettato che il suo pubblico cambiasse, che si sparigliassero le carte. È per questo che se capita di vederla live la sua platea è un puzzle di generazioni, di facce, di polifonie di chi canticchia le prime canzoni o chi la segue nelle più recenti. Non è una cosa frequente, soprattutto in Italia, dove si inizia presto a dare al pubblico ciò che si aspetta da te.

“L’amore devi seguirlo” è un disco immediato, istintivo e non soltanto perché composto essenzialmente grazie all’applicazione di Apple Garage Band, ma anche per i temi che Nada ha deciso di affrontare. O meglio, ha sentito di dover affrontare, perché a sentirla raccontare la genesi dell’album sembra proprio che i pezzi posseggano quell’urgenza tipica di un certo cantautorato italiano '60-70, ma con un twist tremendamente presente che pesa tantissimo nella resa finale. Si tratta di una produzione nadiana perché l’amore c’entra sempre, ma in mezzo c’è anche il femminicidio, la crisi economica, la diversità degli affetti, la teatralità sixties di un pezzo come “Non sputarmi in faccia” e l’immediatezza di “L’amore devi seguirlo”, registrata insieme ai The Dreamers, un gruppo di ragazzi diversamente abili di una comunità.
Nada nella sua riservatezza continua ad essere un’artista curiosa e a dare vita a concept che raccontano la sua vita e quello che sente attorno a sé senza guardarsi - quasi - mai indietro. Una rock star vera per storia, per un approccio talvolta talmente immediato da risultare infantile, per la sua costante voglia di sperimentazione.
Certo, non tutti i pezzi di “L’amore devi seguirlo” finiscono per convincere fino in fondo e la naïveté a volte dà vita a soluzioni un po’ sguaiate, ma ciò che importa è che Nada continua ad essere un’artista viva, con qualcosa da dire e spesso, per dirlo, non usa le strade già battute. Forse anche per questo da tempo ha iniziato a fare un percorso inverso: dal mainstream a un circuito più ristretto e indipendente (anche soltanto per l’etichetta con cui pubblica, Santeria), dove le si chiede lo stesso di fare “Amore disperato”, ma si ascoltano con piacere anche gli altri pezzi, che live diventano ancora più vivi e forti.

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La recensione L'amore devi seguirlo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-01-21 10:05:00

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