Blastema
s/t 2003 - Rock

s/t

Ecco veramente un bell'esempio di 'rock all'italiana', di quello che riesce a bilanciare testi e musica, e a essere melodico senza rinunciare alla profondità e solidità dei suoni.

In effetti il fatto che i Blastema siano in sei, e che tra questi ci sia anche un pianista (il peraltro valido Filippo Pantieri), dovrebbe già dire molto
Non c'è dubbio infatti che molta della riuscita sonora degli otto brani contenuti in questo cd dipenda proprio dall'utilizzo del piano, che conferisce ai pezzi una corpo, una densità avvolgente che sarebbe stata ben altra in assenza di esso.

Il paragone più immediato sono gli inglesi Muse, una somglianza accentuata in alcuni tratti dal cantato, quasi sofferto.

Certo, i mezzi non sono gli stessi, e i Blastema non arrivano alle ventate 'sinfoniche' del gruppo di Matthew Bellamy, e gli eccessi interpretatvi di quest'ultimo sono per il momento fuori dalla portata dell'italico Matteo Casadei, ma i due gruppi sembrano avere in comune l'attitudine vagamente progressiva, oltre che la tendenza a un mood tra il malinconico e l'arrabbiato.

Non manca qualche sorpresa, come l'improvvsio solo di hammond di "Nel nome delle attese deluse". Convincenti, anche grazie a una bella registrazione, che dà ai suoni il giusto risalto, evitando il rischio che i suoni dei vari strumenti si impastino in una marmellata uditivamente indigesta.

Se il buon giorno si vede dal mattino...

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