64 Slices Of American Cheese Il Pavone Reale 2016 - Jazz, Indie, Post-Rock

Il Pavone Reale precedente precedente

Un disco identitario, caratterizzato da una miscela post-rock, progressive, jazz , il tutto studiato nei minimi dettagli.

I 64 Slices Of American Cheese, dopo otto anni dal loro ultimo lavoro e quattro anni in studio, sfornano un disco ricco di citazioni cinematografiche, tanto che ognuna delle nove tracce vuole esser una colonna sonora indipendente. Le variazioni in stile progressive, i cambi di climax, le incursioni jazz e dub fanno sì che l'ascoltatore rimanga stupito e mai annoiato. Tutto fila liscio come l'olio: gli stacchi, studiati con precisione maniacale, rendono l'ascolto interessante ed entusiasmante fin dall'inizio.

L' album si apre con una sigla che sembra tratta da un varietà televisivo, come a segnalare l'inizio della programmazione. Theo dei 64 ci immerge nell'era degli 8 bit, viene voglia di correre scappando dai fantasmini di Pacman, e si chiude in un post-rock che ha un'eco nostalgico. La terza traccia, "Piedons Mmmigo", decisamente una delle più psichedeliche e bizzarre del disco, contrappone momenti di sospettosa calma a parti crude e distorte, che evoca il trio Bixio-Frizzi-Tempera, che si chiude con un'inaspetta citazione di "New York, New York". "Balboa", e già il titolo fa intuire qualcosa, è un concentrato di sudore, pugni ben assestati e vittorie incredibili. In "L'Oliva Taggiasca" i toni si fanno oscuri, inquieti e crudeli; una traccia carica di pathos, intensa come l'olio grezzo, che per la drammaticità ricorda gli Osanna di "Milano calibro 9". Tutto sfocia in "Olimpiadi", dal sapore decisamente più leggero, affabile e spensierato. In "Oooh", settima traccia del del disco, la fanno da padrone distorsioni e brass inquietanti, spezzate nel mezzo del brano da una parte più docile che successivamente riprende tutta la sua furia e apre a "Terminator", altro titolo evocativo, caratterizzato dal contrasto tra una sezione ambient-noise e momenti epici. L'lp si chiude di nuovo con una sigla, come a dichiarare la fine dei variegati programmi trasmessi, dal poliziottesco, passando per cronaca sportiva, finendo nel cinema d'azione.

"Il Pavone Reale" fà risaltare tutto quello che è il background del gruppo romagnolo; ne dichiara un'identità nonostante sia colmo di citazioni. Il buon lavoro in studio, considerando che nulla sembra messo a caso, anzi, studiato in maniera matematica, è funzionale a rendere l'ascolto piacevole, scorrevole ed adatto anche a chi non è un appassionato di colonne sonore.

 

---
La recensione Il Pavone Reale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-09-09 00:00:00

COMMENTI (1)

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia