Descrizione

Finalmente il nuovo disco dei 64 Slices of American Cheese, “Il pavone reale" licenziato (26.03.2016) da GoDown Rec.
Sono passati 8 anni dal precedente lavoro, 4 anni dall’ingresso in studio di registrazione e finalmente ci siamo: i 64 ritornano e lo fanno con gran classe!
Un’attesa interminabile per gli oltre mille fan censiti dal fanclub ufficiale della band romagnola che, recentemente, è balzata agli onori della cronaca dopo che un noto regista americano ha candidamente ammesso “…se avessi conosciuto prima i Sixtyfour, col cavolo che facevo fare la colonna sonora del mio ultimo film a Morricone…”.
9 tracce registrate e mixate dal bassista e leader della band Andrea Zanella e dal gigante Alfredo “Epi” Gentili, tra i Bluscuro Recording Studios ed i GoDown Studios: sperimentazioni sonore, strumentazione vintage, giocattoli e i dettami di alcuni producer di fama internazionale, hanno permesso di giungere ad un sound unico nel suo genere.
Nove tracce nuovamente in bilico tra psicadelia, post rock, soundtrack e demenza… ma è tutto ok ragazzi, tranquilli.
Venendo alle tracce del nuovo lavoro “Il Pavone Reale”. si parte e si chiude con una sigla “da varietà” per veri Rocker , sigle che aprono e chiudono il sipario di un album fatto da canzoni strumentali dove chitarre, synth e fiati si intrecciano con maestria tra un brano l’altro, per dar vita al suono più power della Romagna!
La band ancora una volta, suona musica ma pensa al cinema: ognuna delle 9 tracce è stata infatti concepita come “…una colonna sonora a sé stante…” (cit. maestro Marzocchi); e non è un caso se, proprio per questo motivo, l’industria cinematografica ha già puntato il dito sui 64, anticipandoli al grande pubblico come “…gli eredi naturali di Ennio…” e ancora: “…questi ragazzi suonano da Dio, li amo!…”.
…e come dargli torto?
Questo disco è ricco di citazioni cinematografiche, più o meno velate, a partire dai titoli di alcuni brani come “Balboa” e “Terminator” fino ad arrivare all’intro di “Oliva Taggiasca” dove la Morte Nera incontra Sergio Leone.
La band, come ormai noto alle masse, non nasconde il proprio amore per lo sport; basi pensare che il brano un “Olimpiadi” è stato presentato alla gara per gli inni delle prossime manifestazioni sportive riscuotendo ottime recensioni da chi, con la musica, poco c’entra (“…es come un gol realizado al novantesimo…” cit. Maradona).
La band, con estrema naturalezza, fa poi proprie le sonorità tipiche dell’Etno Jazz e nel brano “Piedons Ammigo”, Mulatu Astatcke incontra il ragioniere Ugo Fantozzi di Franco Bixio, Fabio Frizzi e Vince Tempera.
“Theo dei 64” e “Oohhh”, per finire, possono invece inserirsi in un contesto più ruffiano e, sicuramente, accontenteranno i palati anche degli Hipster più integralisti.
Trombe, sax ruvidi, fuzz, delay e pedalini di ogni tipo per colorare il suono di un organico così composto:

Andrea Zanella: basso basso
Filippo Bianchi : chitarrone
Matteo Castagnoli: chitarrine
Paolo Gradari: clarinetto, sax baritono, tenore e contralto
Maestro Simone Marzocchi: tromba, tastiere e voci.
Federico Guardigni: batteria e bestemmie

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