L'attualità raccontata attraverso un disco in cui si incontrano cantautorato, un rock ridotto all'osso e una cupa e minimalista elettronica.
Il duo pop-rock esistenzialista formato da Michele Baldini e Francesca Storai torna dopo ben cinque anni di distanza da quel "Purgatorio" del 2011. L'attualità raccontata attraverso un disco in cui si incontrano cantautorato, un rock ridotto all'osso e una cupa e minimalista elettronica.
"Di che stiamo parlando" si chiede questa volta la coppia toscana. Una riflessione accurata e amara sui giorni d'oggi, su noi stessi, su ciò che ci circonda e ciò che abbiamo dentro. Il tutto con sonorità che viaggiano dal post-rock alla dance, tra voci basse ma acide che si intrecciano.
Dalla new wave di "Tu sei il paradiso" alla dance dal sapore vagamente anni '80 di "Rumore bianco", dal tenebroso synth pop di "Derrida" alle psichedelie e i toni disillusi e pungenti di "Un dio ovunque", i Piet Mondrian usano un cantautorato feroce mischiandolo con il vasto mondo dell'elettronica e con le tante sfumature che esso ha da offrire.
Atmosfere soffuse ma dense, sonorità sofisticate ma mai esagerate, un sussurro che ci parla senza tanti giri di parole di una società alla deriva. "Di che stiamo parlando" ci avvolge con i suoi suoni sospesi tra l'onirico e il tetro, tra il sogno e l'incubo, e al tempo stesso ci invita ad aprire gli occhi, a rimanere ben svegli in un mondo in equilibrio precario tra guerra e pace, su una confusione che si fa sempre più fitta, confusione che fa un netto contrasto con l'ordine e l'eleganza dei Piet Mondrian.
Un lavoro curato nei minimi dettagli, raffinato ma non pretenzioso, genuino e semplice nella sua ricercatezza. Elaborato ma non eccessivo, pulito e preciso. Un album che parla ai nostri cuori. A voce bassa. Ma con sicurezza.
"Di che stiamo parlando"? I Piet Mondrian lo sanno bene.
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La recensione Di che stiamo parlando di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-26 00:00:00
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