OctoSide Ended Plays 2016 - New-Wave, Folk, Dark

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All’insegna dell’immaginario tenebroso e favolistico di Tim Burton quello degli Octoside è un dark- folk un po’ confuso e pasticciato.

Talvolta possono bastare appena quattro brani per perdere la bussola e, come si dice dalle mie parti, “intortarsi” nella distillazione di una formula musicale che si ha ben chiara nella testa, sì, ma che su spartito fa materialmente fatica a prendere forma. Dovrebbero saperlo bene gli OctoSide che, oltremodo devoti all’immaginario tenebroso e favolistico di Tim Burton, provano a tratteggiare un micro-scenario dark-folk torbido e accattivante al contempo ma, ahimè, toppando quasi completamente arrangiamenti e atmosfere portanti.
L’opener “John Doe”, ad esempio, parte bene nel suo epico incedere “nickcaveano” ma poi cade stordita sotto i colpi di un finale pasticciato, oppure “Flowers” che intreccia maldestramente notturne trame crooneristiche, distorsioni su 6 corde e pianoforte, o quella neanche tanto confusionaria “Dolls” il cui riconoscibile canovaccio narrativo di scuola Dresden Dolls viene impietosamente infettato da inopportune chitarre elettriche; e persino la rivisitazione della murder ballad “Cruel Sister”, pur non sfigurando affatto nel suo tambureggiante vestito crepuscolare, non riesce a non farci rimpiangere la splendida versione dei Pentangle.
Insomma, un debutto piuttosto confuso e dinamicamente fuori fuoco, quello del duo torinese, che neanche la voce di Mariangela Pastorello – non sempre sul pezzo quanto a pathos e teatralità – riesce provvidenzialmente a risollevare.

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La recensione Ended Plays di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-24 00:00:00

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