VeylAyorama2016 - Pop, Elettronica, IDM

Ayoramaprecedenteprecedente

Una nuova conferma che è un bel periodo per chi ama il cantautorato elettronico.

“Ayorama in lingua inuit indica il destino, le cose della vita che non si possono cambiare. Ayorama per me è la descrizione dei miei abissi, il panorama dei miei più profondi brividi. La musica diviene l’acido che scioglie ciò che nascondo alla luce del giorno e al tempo stesso la medicina contro ogni male”.
Ayorama sono sei canzoni sulle cose della vita immerse in un panorama di gelido calore elettronico, è un disco introspettivo, solitario ma anche aperto e vitale, “come un fiore nella neve”, per citare la bella traccia d'apertura. Dopo l'elegante e avvolgente synth-pop di “Flowers”, tocca a una “The Highest Sky” che lambisce l'hip-hop/R'n'B alla M.I.A. mostrare il carattere nomade di quest'artista che si muove agile in tutto lo spettro dell'elettro-pop-dark-ambient-black-minimal-cantautorale, dalle eteree melodie goldfrappiane di “Broken Arms” all'oscurità di “Dirty Car” al glitch-hop di Ayorama (con il featuring di Uncle Meg).
Dategli una possibilità, o due, se state amando L I M e Birthh.

---
La recensione Ayorama di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-02-22 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autoreavvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussioneInvia