Anem Amar Mare di plastica 2017 - Rap

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Un’“anima amara” racchiusa in un doppio disco dove knowledge musicale e originalità espressiva mostrano le ferite della nostra realtà.

“Mare di plastica/Tambur e’ guerr” è un doppio disco nato dalle fatiche di Anem Amar, classe ‘77, originario della bella Napoli. Non è il primo progetto per l’MC, attivo già dal ‘96, ma sicuramente il più strutturato e curato, con 11 tracce a comporre la prima parte edita da Apogeo Records/Clapo Music e nata in collaborazione con il cantante e produttore italo-tedesco Alex “Lex” Benedetto. La pubblicazione comprende poi altri 15 brani in “Tambur e’ guerr” che ospitano diversi nomi della scena partenopea come ‘Ntò, DopeOne e Oyoshe.

Un ascolto approfondito ci suggerisce uno studio del beat dinamico e versatile, una scelta diversa per ogni passo di questo percorso musicale che guida il senso dell’udito verso un differente richiamo storico ogni volta. Sonorità quasi esotiche con i tom di stampo reggae di “Do You Remember Me”, la dubstep in “Old Legend”, l’hip hop primordiale in “Pick It Up Now”, l’R’n’B dei nostalgici 90s statunitensi in “Utopian Crowns” e un throwback limpbizkitiano in “Warrior”. Il tutto è sapientemente mescolato all’inglese dei ritornelli che danno un tono di internazionalità al progetto, dove una certa originalità è raggiunta con l’addizione di elementi di elettronica che donano innovazione e suonano bene insieme alla trama vocale delle rime, tagliate e cucite perfettamente sul tappeto musicale.

Particolare la commistione, infatti, del dialetto delle strofe alternato ai ritornelli, che nelle prime risulta di difficile comprensione per chi non mastica il napoletano, ma che rende apprezzabile il flow, molto naturale nell’adagiarsi senza costrizioni e con una tecnica di alto livello sul tessuto strumentale. Una buona sintesi dello stile la troviamo in “Purple Weed” in collaborazione con Ntò e PALU, in cui la modernità del beat si arricchisce di rime aggressive come, appunto, tamburi di guerra - titolo del secondo album. “Help Me Feel” è quasi a se stante ricordando un tango di altre epoche.
Indubbia conoscenza musicale ed esperienza sulle rime, quindi, per Anem Amar che verte il suo discorso sulla quotidianità e l’introspezione, ma anche sul mondo attuale, concentrandosi su una società a disagio. In “Mare di plastica”, title track di questo lavoro, una strofa in italiano e una in dialetto si alternano per la denuncia di diverse problematiche come il futuro, il progresso/regresso inesorabile, il poco rispetto per un mondo che non ce la fa più, come recita il ritornello: “gonna wake up in a world covered in plastic...and the world can’t take no more”. Non si tralasciano argomenti complessi come i complotti, menzionando anche il nuovo ordine mondiale, in un clima in cui la sofferenza, la rabbia, la frustrazione post-tecnologica e l’oppressione sia nella propria città che nel mondo costituiscono un flagello per la società odierna. A tutto questo, l’unico rimedio è trovare la forza di reagire alla negatività e restare a galla con tutti i mezzi che si possiedono.

Davvero un buon prodotto per questo MC, nel quale si riconosce l’impegno e il lavoro indubbiamente consapevole e professionale. Un ascolto che non risulta mai pesante, nonostante il limite linguistico.

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La recensione Mare di plastica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-04-06 00:00:00

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