Mosche (Roma) Senza Ali 2016 - Rock

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Un disco per guardare il mondo dagli occhi di una mosca.

Ci sono poche cose nella vita che infastidiscono come una mosca e il suo incessante ronzio nel caldo afoso di una serata estiva. A tutti, infatti, sarà capitato di trovarsi a riflettere sul modo più efficace e ingegnoso per ucciderle o a fantasticare sul significato della loro esistenza. Le abbiamo schiacciate, le abbiamo scacciate, abbiamo osservato divertiti la loro incessante corsa contro il vetro della finestra, senza però renderci conto che, alla fine, non sono poi così diverse da noi. Anzi, forse è proprio la mosca l'anello mancante della nostra catena evolutiva. 

Proprio su questo punto i ragazzi di Mosche, band emergente della capitale, hanno deciso di portare la loro attenzione. "Senza ali", album d'esordio del trio romano, propone una critica (accompagnata da una riflessione) sulla società odierna, mettendone in luce gli aspetti maleodoranti che la caratterizzano e di cui costantemente, come mosche, ci nutriamo. 

Le dieci tracce (nove inediti e una cover de "Il mare d'inverno" di Enrico Ruggeri) che vanno a dare forma al disco, si lasciano ascoltare facilmente, senza richiedere particolari sforzi cognitivi all'ascoltatore o cadere, per questo motivo, nella trappola della banalità.
Iniziando l'ascolto del disco ci si trova subito dinanzi ad un'imponente massa sonora generata dalla sezione elettrica e dalla batteria dei primi due brani, "Mi hai" e "Il tempo se ne frega", che tende poi ad affievolirsi fino a trovare un equilibrio pressoché costante a partire dalla terza traccia, "Stella". Superato questo massiccio impatto sonoro, arriva poi la parte migliore dell'ascolto: la fase in cui ci si concentra sul testo con le sue parole. Per molti gruppi rock è facile nascondere un testo mediocre dietro a riff maestosi o virtuosismi inutili, ma questo caso non riguarda le Mosche. Le loro canzoni, infatti, dimostrano non solo di avere un valore estetico-musicale notevole, ma soprattutto di avere una forte valenza comunicativa. Dal testo delle varie canzoni si riesce ad evincere la volontà degli autori di farsi portavoci di un malessere interiore comune a molte persone e la conseguente voglia di rivincita contro un mondo che, molto spesso, tende ad abbatterci. Contro quel mondo che promette di accoglierci, ma che alla fine mantiene le distanze guardandoci divertito dietro ad un vetro di menzogne sul quale, come mosche, continuiamo a sbattere.

 

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La recensione Senza Ali di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-02-27 00:00:00

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