Mush Mush 2017 - Punk

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Un bel disco che pesca dal post-punk d'oltreoceano e dall'emocore locale: dritto in faccia, come si deve

"Mush" è il disco d'esordio dell'omonima band aretina, un power trio che promette davvero bene e che si presenta con un full lenght di ben dieci tracce, in grado di spaziare dal post punk d'oltreoceano al più italico emocore di vecchia scuola. Il disco, prodotto da Andrea Marmorini (La Quiete, Fask) suona benissimo sin dal primo ascolto.
La traccia d'apertura è intrisa di letteratura, rievoca il teatro dell'assurdo di Beckett con un titolo quanto mai classico, "Aspettando Godot". Il sound è un mix di chitarre sfuriate, ritmiche forsennate e tanta rabbia gridata forte in coro. Il citazionismo è praticamente ovunque, nel caso del brano "L'inverno" ci troviamo dentro anche la celebre serie tv "Game of Thrones" nel ritornello che grida "L'inverno sta arrivando", il celebre motto della casata Stark. Non c'è un attimo di respiro, le sonorità taglienti di "Dov'è la fine" la rendono il pezzo più punk hardcore del disco, mentre "Vona" è in grado di cullare l'ascoltatore in un oceano di sound di vaga matrice post-rock. La linea vocale ha sempre uno spazio particolare, i testi sono gridati forti e chiari, il messaggio arriva diretto e sparato in faccia e allo stomaco senza pietà. La linea di basso predomina con sferzate potenti e decise in "Sospeso nel vuoto", altro titolo che ricorda vagamente produzioni nostrane, anche recenti. Si torna a un'impronta punk-rock più classica con il brano "È lunedì" prima della bellissima e oscura "Tutto (o quasi)", il pezzo più lungo del disco. Sound potente e parole in grado di tagliare in due l'aria, atmosfere grige e cupe, di certo non adatte all'estate, come quelle di "Non è più agosto" e "Autunni sbiaditi".

 

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La recensione Mush di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-07-12 09:00:00

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