Frida Neri Alma 2017 - Cantautoriale, Etnico, Acustico

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“Alma” è un viaggio che dall’Italia meridionale porta in Portogallo, tendendo verso le “isole fortunate”, la vera meta da raggiungere.

“Alma” esce a distanza di sei anni dall’ep precedente di Frida Neri, anni passati in viaggio alla ricerca di qualcosa, di sé, degli altri, di pace e armonia. È un continuo cammino in luoghi diversi, lontani eppure vicini, poveri nell’immaginario comune, ma così ricchi di storia e tradizione. Attraversa il Portogallo, la Grecia e il sud Italia: sono luoghi caldi e così profondamente vivi. Non poteva che venirne fuori un disco che racchiude suoni ed esperienze diverse, fuse insieme mantenendo la propria individualità.

Così “Aida” racchiude il senso del conoscersi, “così io saprò chi sei / così tu mi dirai chi sono”, è l’indicazione di un percorso interiore ricco di scoperte, di misteri da svelare, di oscurità da illuminare. E la strada si fa già più chiara nella versione con la chitarra inconfondibile di Massimo Zamboni, una collaborazione d’eccezione che aggiunge preziosità a tutto il disco.
La luce e i dolci fiati di “O meu canto”, in portoghese, sono un altro piccolo faro che rischiara l’anima. Riportano ai viaggi, ai colori e agli odori di un luogo affacciato sull’oceano, che osserva immobile l’infinito svelarsi ai suoi piedi. E in portoghese è anche “Canção de embalar”, dai versi di José Afonso, così come “Maria Faia” ne è un riadattamento.
“Il canto delle lavandaie del Vomero”, che poi è un quartiere di Napoli, ci riporta in Italia e sparge note di tammurriata, del calore del sud, dei balli e del sudore nelle feste di paese. “Il canto dei Sanfedisti” continua a ballare senza fermarsi sotto quel cielo e quelle stelle, tutta la notte, con i piedi immersi nella sabbia.
“As ilhas afortunadas”, invece, canta i versi di un immortale Pessoa e forse è il luogo a cui tendere, il vero obiettivo del viaggio e della vita, “le isole fortunate, sono terre senza luogo”, che possiamo vedere solo chiudendo gli occhi, che possiamo udire solo quando non ascoltiamo.

Insomma, “Alma” scava con vigore nella musica popolare e tradizionale di ogni paese esplorato, poi con criterio e attenzione gli dà forma ed espressione. Perché le tradizioni sono parte della storia culturale e sociale di ogni luogo e non a caso per il Portogallo Frida Neri riprende José Afonso, cantautore che aveva vissuto sulla sua pelle gli ambienti sociali più poveri e li cantava ridandogli dignità; così come le lavandaie del Vomero non meritano meno di un personaggio dalla grande visibilità. Un viaggio da percorrere facendosi condurre per mano.

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La recensione Alma di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-07-14 00:00:00

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