Richie Ravello Richie Ravello 2017 - Pop, Elettronica, Dance

Richie Ravello precedente precedente

Album maturato da esperienze elettro pop, soul e folk ma che nasconde insospettabili riferimenti alla acid music.

Come se avvenisse che i De La Soul cominciassero a fare slowdance oppure che gli Animal Collective decidessero di provare la acid music, allo stesso tempo può succedere che, nell’album di debutto di un giovane di nome Richie Ravello si vengano a ricreare tante mutazioni di quella che fu la classica synth pop dominante trent’anni fa oltre Manica.

Proveniente dalla Spagna prima e trasferitosi proprio in Inghilterra poi, Richie Ravello, tramite quest’uscita intitolata “Here It Comes”, raccolta di nove tracce nate in definitiva tra la periferia di Napoli e l’omonimo Golfo, Richie Ravello fa emergere così un ascolto tributo al mondo del pop elettronico che, seppur datato, risulta ancora vivo e creativo anche in molti altri giovani produttori contemporanei. Dal funk elettro della prima traccia “Intro”, al soul nato dalla collaborazione con la cantante Silke ed accompagnato da un lento synth alternato da accordi semplici e le pause di “Cold Juice”, l’album procede verso la terza traccia “Flading Lights” dove spicca la prima voce maschile presentata, quella di Mo Evans, super intrigante nella tonalità e da tenere sott’occhio per le sue prossime uscite. La cura delle parti vocali è uno dei punti di forza di “Here It Comes”. Oltre a Mo Evans e Silke, quest’ultima comunque presente anche nel singolo omonimo dell’album e “Gone”, è consigliato anche soffermarsi nell’ascolto di “La Nuit”: traccia elettroacustica e manifesto d’intenti verso un ricordo nostalgico ad una eurodance che forse non esiste più.

Ma è dove e quando le parti vocali vengono a mancare nelle tracce che, all’interno di “Here It Comes”, si raggiungono per Richie Ravello le linee sperimentali più originali da analizzare dal punto di vista della produzione elettronica. Viaggiando tra certi stilemi della acid music, sfruttando bitrate tarate alla velocità minima della slowdance, tra le tante pause di campionamento proposte, l’accoppiata centrale di canzoni “Cold Hearted Turn” ed “Acid Mysteries” appare come uno dei pochi esempi di produzione acid degli ultimi tempi in Italia, senza parti cantate, lontana dalla trance e caratterizzata da una stimolante lenta frequenza di campionamento.

Forse, è come se accadesse che Richie Ravello ci indicasse già quali potrebbero essere le sue future mutazioni stilistiche? Molta meno pop music e molte più sonorità ipnotiche ed elettroniche sperimentali?

 

---
La recensione Richie Ravello di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-11-20 00:00:00

COMMENTI (1)

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia
  • xabietxebarri 7 anni fa Rispondi

    Sicuramente uno dei migliori debbutti Italiani degli ultimi anni. Eclettico e stilisticamente perfetto! Album che ascolto e riascolto sempre con grande piacere!