Bonetti Dopo la guerra 2018 - Cantautoriale, Pop, Indie

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La guerra di Bonetti. Un soldato armato di canzoni.

Un lavoro perso, una storia d’amore giunta al capolinea, da Torino a Milano senza passare dal via. Cambiamenti, paesaggi in divenire, nuove prospettive pronte all’uso, conflitti da lasciare alle spalle: venti mesi di fibrillazioni. Affrontati come un soldato al fronte. Armato di canzoni.

“Dopo la guerra” è un flusso di coscienza, un’immagine, nitida, di chi si lascia alle spalle un pezzo di esistenza e ricomincia. Senza rabbia, senza rancori. Quasi con leggerezza. Il suono tirato fuori da Bonetti si piega a un pop lieve, ben sostenuto dai miagolii di un synth intento a disegnare uno scenario morbido, percorso da trame elettro-acustiche, impreziosito da arrangiamenti essenziali, quasi tutti di facile presa, gradevoli e immediati. Che scorrono senza soluzione di continuità all’interno di due gioiellini del calibro di “Correre forte” o “Cosa mettono nei muri”, o in “Eleonora”, condensato di vitalità e ottimismo. Non mancano sonorità più scheletriche, ben espresse dalla (triste) ballad “È guerra” o dalla conclusiva “R.”, pezzi in stile Wilco (“Gerani”), frammenti di sogni (“Dobbiamo tirar fuori qualcosa”, che cita i Teenage Fan Club), cupezze assortite (“Il futuro”). Tutto gira bene, parecchio bene, grazie anche ai testi messi insieme da Bonetti, bravo a raccontare una guerra esistenziale, fatta di isolamenti, pianti, risate (“Dobbiamo ridere per non sentirci soli”), di felicità da gestire (“La felicità non si merita, lo dicevi anche tu, quando c’è si vive”), sconfitte da digerire (“Son cambiate le nostre geografie, spostate le abitudini, ora siamo soldati armati di nulla a difendere le nostre solitudini”), improvvisi scrosci di gioia (“Perderci per le vie, in mezzo all’aria di primavera, tra i ragazzini che fanno casino, come due animali in via d’estinzione, noi).

Se in “Camper”, il suo album di esordio, Bonetti si era limitato a un disco di canzoni slegate, o quasi, una dall’altra, con il suo nuovo lavoro il cantautore piemontese si rimette in gioco, fotografando (elaborando?), attraverso nove episodi, una fase delicata della propria vita. Mettendoci la faccia, senza nascondere le emozioni. E forse è proprio questa la forza di "Dopo la guerra".

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La recensione Dopo la guerra di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-04-05 09:00:00

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