Sonars Theatre Of Darkness 2019 - Alternativo, Electro, Pop rock

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Un disco sorprendentemente maturo e godibile, nel quale tra le note di testa e di coda si percepisce tutta l’esperienza di aver calcato molti palchi e la voglia di superare le sonorità di confine.

Dinanzi a un prato dai colori desaturati vediamo evaporare lentamente la nebbia mattutina verso il cielo, lenta e malinconica si distacca dal terreno e densa permea i nostri polmoni. Un senso di tranquillità pervade noi e il paesaggio attorno, lo scorrere del tempo è mellifluo, nella sua accezione positiva e incornicia una fotografia che ritrae in pochi istanti le prime sensazioni trasmesse da "Hazy Meadow", ovvero il brano che ci introduce a "Theatre Of Darkness", debutto discografico del duo anglo-italiano Sonars.

Di facile intuizione sono le mire della band, che si librano verso ambienti eterei, ma non privi di spigoli e superfici abrasive, un fluire di synth e voci distanti, sospese, che si intersecano in incursioni chitarristiche, puntuali e armoniose. Il disco è stato pensato e presentato come un’unica traccia, un percorso a senso unico, variegato nelle pendenze e circondato da ampi panorami, senza però dimenticare come già riportato poc’anzi, che in "Theatre Of Darkness" fluiscono più anime, omogenee negli intenti, ma di tempre differenti e quindi, se volessimo scindere questa unica traccia in atti, verrebbe facile distinguerne la progressione e regressione dei tratti più salienti.

La deriva più sognante e sospesa delle prime tracce viene presto ammantata da rimandi trip-hop - che non solo ne aumentano il climax, ma pongono l’accento sul marcato carattere internazionale della band - fino a scontrarsi con i riff decisi di "Settle Down", "Come On" e "Bad Karma", momenti in cui la componente rock si fa sentire più decisa, ma senza spingere sull’acceleratore, mantenendo il giusto equilibrio atmosferico.

Un disco sorprendentemente maturo e godibile, nel quale tra le note di testa e di coda si percepisce tutta l’esperienza di aver calcato molti palchi e la voglia di superare le sonorità di confine. Pertanto, se volessimo usare una similitudine, questa prima opera è assimilabile a un paesaggio nebbioso che lascia scorgere scenari che spaziano dallo psych-rock al dream-pop più delicato e di cui "Love Me Anyway", brano che ha anticipato la pubblicazione del disco, è la sintesi perfetta degli equilibri musicali presenti nel lavoro del duo.

Il brano in questione è stato accompagnato da un videoclip che si presenta come un collage di ricordi registrati in super 8, un’intima rassegna di memorie scovate nei mercatini dell’usato. Come tesori dimenticati queste immagini si uniscono a quelle dell’artwork che illustrano una serie di insetti a rischio di estinzione, lasciandoci con la sensazione che il Teatro dell’Oscurità sia sorretto da un’impalcatura fatta di momenti e situazioni perse nell’oblio del tempo, mentre il riflettore che punta sul palcoscenico della vita lievemente si affievolisce.

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La recensione Theatre Of Darkness di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-02-22 09:05:00

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