Hommage nel nome a Francesco De Gregori, Rimmel realizza "French Fries", un disco con molta personalità.
La personalità di RIMMEL si propaga e si declina in ogni angolo di questo "French Fries" grazie ad un gustoso mix disuoni gommosi sintetici e digitali, citazioni più o meno esplicite della vita metropolitana e una penna originale, anche se chiaramente influenzata dai "grandi" dell'it-pop degli ultimi quattro anni. Da qui occorre partire, da questi dati di fatto, per comprendere meglio il disco in questione che riesce a ritagliarsi uno spazio, forse spazietto, nel mondo musicale odierno grazie alla forza di scrittura della cantautrice che, udite udite, è in grado di evocare un mondo, magari piccino picciò, tipo in "20 mq", assolutamente consapevole e personale. E proprio questa cifra stilistica di personalità è la cosa più interessante dell'album che, invece, dal punto di vista squisitamente musicale e di produzione ogni tanto presenta qualche passaggio a vuoto, comunque comprensibile e, nel computo generale del "giudizio", che si può tralasciare con la massima tranquillità.L'hommage, piuttosto manifesto, a De Gregori contenuto nel suo nome, la dice lunga sulle mire di RIMMEL: non nascondersi nel mare magnum dei tanti "nati dopo", ma "navigarlo" con sagacia e perizia, non lasciandosi spaventare dalle onde alte così ma veleggiando come un corsaro libero e avventuroso. E se la qualità e la personalità saranno mantenute nel futuro, siamo certi che la "crociera" di RIMMEL sarà davvero molto ma molto stimolante, dato che "Freno a mano" è una canzone con la c maiuscola.
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La recensione French fries di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-05-20 08:11:44
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