Fujakkà Canzoni per una psichedelia nera 2019 - Psichedelia, Folk, Post-Rock

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Con un’anima acustica e introspettiva, un corpo rock e una mente psichedelica si presenta la colonna sonora del primo lungometraggio del collettivo Fujakkà

Il collettivo Fujakkà, nato in Spagna da un’idea di filmmaker internazionali per sostenere il cinema indipendente, dal 2014 è sbarcato anche in Italia grazie all’opera di Giacomo Rossetti e Stefano Virgilio Cipressi. Quest’ultimo è anche autore dei brani contenuti nel disco “Canzoni per una psichedelia nera” (o meglio, autore di tutti i brani eccezion fatta per “Koinè”, che invece è stato composto da Francesco Berrafato e Giulia Grassi), nonché coarrangiatore dell’album insieme al produttore Samuele Cima. Il collegamento tra gli scopi del collettivo Fujakkà e questo lp musicale è costituito dal lungometraggio di cui questi brani rappresentano la colonna sonora, un lavoro intitolato proprio “Una psichedelia nera”, che vedrà la luce prossimamente poiché per adesso in attesa della realizzazione della campagna di crowdfunding che ne sosterrà i costi di produzione (a cui tra l’altro contribuirà anche la vendita di questo disco).

A presentare in anteprima il film giunge quindi la sua colonna sonora, che apre il sipario su quelle che sono le atmosfere e l’immaginario della pellicola. Questi nove brani – otto più uno, “We had a coffee”, presentato in due diverse versioni – trasportano in un viaggio dai colori caldi e fatto di sonorità vintage, soprattutto di derivazione folk rock a cavallo tra gli anni 60 e 70, i cui testi raccontano storie di solitudine, di incomprensioni, di mancanza di empatia, ma non nascondono il loro spirito idealista e sognatore e perciò si aprono anche alla speranza e alla fiducia nel cambiamento.

Le composizioni sono dichiaratamente debitrici di Beatles (“Nutopia (Take a chance)” è dedicata a Lennon e la sua visione di un “mondo migliore” ma anche “Eleonor” risente fortemente dell’influenza dei “fab four”) e del Bob Dylan più melodico. Il loro scopo è quello di proiettare gli ascoltatori all’interno dell’epoca in cui il termine “psichedelia” era direttamente collegato ad un panorama di colori sgargianti e allucinati e idee vibranti che svecchiavano un mondo grigio e retrogrado. La provocazione di questo lavoro è proprio l’accostamento del colore nero alla psichedelia, per evidenziare la realtà negativa di oggi, il cui effetto allucinogeno conduce ad un pessimistico bisogno di evasione ma anche alla necessità di trovare un altrove che permetta di ripartire da zero.

Con un’anima acustica e introspettiva, un corpo rock e una mente psichedelica, questo lavoro si fa apprezzare anche prima della visione del film, presentandosi già con un disegno compiuto e dal fascino retrò affatto scontato, ma probabilmente quando avremo modo di vedere anche la pellicola potremo scoprire nuove sfumature di questo nero che non vuole rassegnarsi all’assenza di colore.

 

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La recensione Canzoni per una psichedelia nera di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-10-20 19:55:14

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