Sara Marini TORRENDEADOMO 2020 - Folk, Etnico

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Sara Marini è una cantautrice e studiosa di tradizioni popolari di origini umbro-sarde, lo stesso background di questo ottimo esordio

Il folk in Italia è ormai vittima da qualche anno, almeno presso un certo tipo di pubblico ‘aggiornato’ (si dice ancora hipster?), di una serie di pregiudizi: forse troppo inflazionato a cavallo fra ‘90 e 2000, spesso eccessivamente stereotipizzato, soprattutto quello di estrazione celtica o medievale, o meglio percepito come tale, a parecchi proprio non scende. E invece, lontano da stereotipizzazioni esterofile, un paese come l’Italia offre materia praticamente infinita per giocare con tradizioni diverse, antiche e ricche di vita e cultura. Per fortuna ci sono interpreti ed autori che lo fanno con un approccio fatto di studio e rispetto, ma anche di voglia di giocare a mescolare elementi e influenze. Fra questi c’è sicuramente Sara Marini, che oltre che cantante ed interprete è anche studiosa e ricercatrice di tradizioni culturali italiane e globali. Sara è di origini umbro-sarde, ed è questo l’originale retroterra culturale che fa da sfondo a ‘TORRENTEADOMO’, un ideale ponte fra la cultura musicale e popolare delle due regioni. Due territori diversissimi per storia, natura, lingua, che incarnano quasi due aspetti opposti del nostro paese: l’Umbria quasi l’essenza dell’Italia interna e della sua natura, del suo passato medioevale, la Sardegna un territorio lontano dal resto del paese, con una cultura e una storia uniche, un passato ancestrale arcano; al contempo due territori che condividono una certa forma di isolamento, un forte legame con il territorio e una certa identità in qualche modo pre-moderna. Questo background linguistico e musicale anima una concezione di folk meticcio ma al tempo stesso omogeneo, declinato intorno a temi universali come amore, terra, viaggio, devozione popolare. L’estrema cura dell’esecuzione vocale, dei suoni e dei ricchi arrangiamenti, a base di fiati, violini, cordofoni e percussioni, ricorda un po’ il folk ricercato della napoletana Flo; qui siamo ovviamente, invece che fra Napoli e il Mediterraneo del Sud, su coordinate più europee. Flauti e violini rimandano ad una dimensione medioevale che facilmente associamo alle sonorità celtiche, in particolare nella loro declinazione irlandese che in Italia è stata portata al successo dai Modena City Ramblers, ma che in realtà non è una forzatura assimilare a territori con la storia dell’Umbria. Anche l’influenza sarda, oltre a portare una ventata di sale e mare (Bentu lentu), con il suono di zampogne e launeddas ci ricorda che non c’è bisogno di arrivare in Irlanda, neanche con l’immaginario, per godersi gighe come quella di Trucci trucci - baderelle. Qualche volta la sfumatura tradizionale assume una sfumatura quasi fanciullesca, da filastrocca tramandata da generazioni (Staccia minaccia, assolutamente in tono con le scelte estetiche del lavoro, ma potenzialmente indigesta a chi non è a suo agio con certe atmosfere. E’ forse l’unico avvertimento da dare a chi si avvia all’ascolto di un album, per il resto, quasi impeccabile rispetto alle sue premesse.

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La recensione TORRENDEADOMO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-03-30 19:00:54

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