TORRENDEADOMO

TORRENDEADOMO

Sara Marini

2020 - Folk, Etnico

Descrizione

TORRENDEADOMO, che in lingua sarda vuol dire “ritorno a casa”, è il secondo album della musicista umbro/sarda Sara Marini; è il racconto, in musica e parole, di un viaggio attraverso le origini, un viaggio tra due isole: la Sardegna circondata dal mare, con la sua sensazione di infinito e di apertura totale verso l’ignoto, e l’Umbria, “isola” circondata dai monti che si ergono maestosi e protettivi.
Dodici canzoni originali che attingono alla musica popolare e alla world music, filastrocche e giochi innocenti (ma non troppo) di bambini, ninne nanne e affanni di madri, angeli custodi, amori antichi, re e castelli, pene d’amore, libertà e paure.
Sara Marini, che firma sei brani del disco, nasce come interprete pop e jazz, ma nel 2009 l’incontro con la cantautrice eugubina Claudia Fofi, dà una svolta al suo cammino artistico. Entra a far parte del quartetto vocale Le core, ensemble femminile che canta di radici, di viaggi e di senso di appartenenza, e questa esperienza la porta ad iniziare un percorso di ricerca etnomusicologica.
“Essendo figlia di padre sardo e di madre umbra – racconta - ho avuto la necessità di scoprire e di scoprirmi attraverso i luoghi. Ho incontrato e mi sono confrontata con culture e religioni diverse, cantando in tante lingue e dialetti. Mi sono messa al fianco di grandi maestri come Giovanna Marini, Elena Ledda, Simonetta Soro, Nando Citarella, Goffredo Degli Esposti, solo per citarne alcuni, e da ognuno di loro ho imparato qualcosa di prezioso”.
E’ quindi il legame con le proprie origini, il tema di TORRENDEADOMO. Quello con l’Umbria, dove la Marini è nata e cresciuta (“Sono di Scheggia – racconta - un paesino di 1500 anime in provincia di Perugia. Ho vissuto in campagna con mia madre, mio fratello e i miei nonni materni, entrambi contadini, persone di grande forza e carattere, le più importanti della mia vita. Loro mi hanno insegnato l’umiltà”) e quello con la Sardegna (“I miei parenti sono tutti di Bosa e dintorni. Mio padre, cugini, zii, sono lì, e io lì, mi sento a casa. Da bambina passavo le mie estati da mia nonna che gestiva una pensione affollata di francesi, tedeschi, inglesi, un continuo via vai. Mia nonna era l’incarnazione perfetta della donna sarda: fiera, forte, sicura e orgogliosa. Era lei che mi portava in giro, nell’entroterra, a sentire i gruppi folk. E’ lì che ho scoperto i canti tradizionali e quel mondo musicale fatto di organetti, chitarre e launeddas”).
Così, l’unione di queste due realtà territoriali e culturali così diverse ha dato vita ad un album che sa di terra, ma anche di sale e mare; che unisce al suono delle corde di Paolo Ceccarelli, i colori dell’organetto di Monica Neri e, in alcuni brani, quelli del pianoforte di Lorenzo Cannelli e della lira calabrese di Davide Ambrogio. Caratterizzante poi è l’utilizzo dei fiati di Goffredo Degli Esposti: il flauto kaval, antico strumento originario dell’area mediterranea; il flauto doppio che arriva dal Medioevo, la zampogna di età rinascimentale e il flauto col buttafuoco, uno dei principali strumenti a corde cinque-seicenteschi tipici dell’area napoletana; un salterio a percussione della tradizione spagnola, completamente rinnovato, con l’aggiunta di ponticelli mobili, corde di metallo e particolari bacchette.
Fondamentale la sezione ritmica, affidata a Francesco Savoretti che adotta un particolare set up percussivo messo a punti in anni di studi. Riesce così a fondere il suono del daf iraniano con timbriche provenienti da culture e paesi diversi, quelle ad esempio delle krakeb, nacchere in metallo, del bendir, un tamburo a cornice dell'area del Maghreb, e dell'adufe, un tamburo quadrato suonato per lo più dalle donne nella penisola iberica.

BRANI
1) Una rundine in sas aeras
Tradotto dal sardo, “Una rondine nell’aria”. La musica è di Claudia Fofi, il testo di Sara Marini e Nicolina Marini. Il brano è stato finalista del Premio Parodi 2013 ed è tra i brani del doppio cd “Yayla. Musiche ospitali”.
Un canto che “scava” la radice dell’appartenenza, sia essa un luogo di origine che di memoria.
La rondine è simbolo di emigrazione; un uccello che migra con il cambiare delle stagioni e che spesso deve modificare le proprie abitudini in modo repentino per adattarsi al nuovo ambiente. Così, chiunque migri avrà bisogno di un forte spirito di adattamento e una grande capacità di conformarsi ad una realtà diversa dalla propria, seppur mantenendo un’identità autentica e molto forte.
2) Terra rossa
Scritto dalla cantautrice eugubina Claudia Fofi.
Ogni terra è un bel posto, un posto speciale per cui vale la pena lottare.
In Sardegna c’è molta terra rossa e terra nera, terre ferrose che caratterizzano la campagna ma che si trovano anche sulle coste.
“Terra rossa terra nera, terra dal mare mossa, terra che sta in una mano e non fa male gettarla lontano”
3) Solo ‘nna vita
Testo e musica di Sara Marini. Brano in dialetto eugubino.
Ci sono momenti nella vita in cui le certezze crollano in un attimo... E che polverone che alzano. A salvarci è la determinazione e il sapere cosa si è davvero per continuare a camminare senza paura. Un brano che celebra un momento di rivelazione, di rinascita. E il passato resta alle spalle.
4) Pitzinna deo
Rielaborazione di un testo popolare tradotto dallo spagnolo al sardo. Musica di Claudia Fofi. La visione di una bambina in mezzo ad un prato in un tempo ed un luogo molto lontani. Il ricordo dell’infanzia, delle persone care dei luoghi di origine.
5) E me ne voglio andare
Testo e musica di Goffredo Degli Esposti.
Un brano che parla di pene d’amore che nutrono l’anima. Liriche antiche per un sound contemporaneo.
6) Già gioca
Brano strumentale di Goffredo Degli Esposti. Un sound molto moderno per l’utilizzo del pianoforte nell’assolo, ma allo stesso tempo caratterizzato dalla presenza di strumenti tradizionali, come la zampogna e il tamburo a cornice, che delineano una sorta di tarantella nella parte centrale.
7) Bellezza perfetta
Musica e testo di Goffredo Degli Esposti. Amori antichi, re e castelli.
Ci sono persone che riescono a trasformare una pietra in un castello grazie alla loro bellezza interiore, alla loro bellezza perfetta. Una bellezza che va accolta e non necessariamente compresa.
“Se io prendo la villa, tu ne fai una reggia, la reggia del re".
8) Staccia Minaccia (adattamento in dialetto eugubino)
9) Trucci Trucci
Filastrocche e badarelle per bambini. Tratte dai testi tradizionali frutto delle ricerche di Valentino Paparelli e Piero Giuseppe Arcangeli, musica di Sara Marini.
10) Bentu Lentu
Testo di Nicolina Marini, musica di Sara Marini.
Un brano che racconta gli affanni di una madre nel crescere il figlio nella maniera più serena possibile, in un mondo dove la vita “ti cua su velenu po ti trampare” (ti sputa veleno per farti inciampare).
11) Michelina
Testo di Claudio Puglisi, musica di Monica Neri.
Una ninna nanna per dare pace e redenzione a Michelina De Cesare, la brigantessa più famosa del Sud Italia. Michelina, originaria della provincia di Caserta, fu uccisa in un’imboscata col suo uomo, Francesco Guerra, ex soldato borbonico e capo banda.
12) Pregadoria
Rielaborazione di un testo tradizionale sardo, musica di Sara Marini e Davide Ambrogio.
Una preghiera, un desiderio di pace da coltivare in religioso silenzio.

Credits

Album registrato da Walter Lanzara presso Al Fondino Studio, Gubbio (Pg)
Ingegnere del suono e missaggio di Walter Lanzara
Mastering di Fabrizio De Carolis presso Reference Mastering Studio Roma/Berlino
Foto di Isabella Sannipoli (www.aedistudio.com)
Grafica curata da RadiciMusic
MUSICISTI
Arrangiamenti - Paolo Ceccarelli, Sara Marini, Goffredo Degli Esposti, Francesco Savoretti
Sara Marini - voce
Fabia Salvucci - cori
Paolo Ceccarelli - chitarra classica, chitarra acustica, tres cubano, bouzouki, mandola
Goffredo Degli Esposti - flauto kaval, zufolo e buttafuoco, zampogna, flauto doppio
Francesco Savoretti - cajon, udu, darbuka, doholla, bendir, daf, krakeb, riq, tamburello, cymbals
Monica Neri - organetto
Davide Ambrogio - lira cretese, arrangiamento (traccia 12)
Lorenzo Cannelli - pianoforte
Franz Piombino - basso elettrico, basso fretless
Viola Radicchi - voce (traccia 8)
Abbas Akbari - sor (traccia 5)

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