Terzo lavoro di Giargo in arte tra ambientazioni soul, indie e hip-hop
Quel che da subito colpisce ascoltando Tonalità di Giargo in arte è la voce profonda e cavernosa in grado di coprire ottave e percorrere mood e modalità anche molto differenti tra loro.
A sostenere la voce c'è un suono pieno di incursioni ispirate al mondo del soul, che rende il disco uno di quegli album da ascoltare quando fuori piove o quando qualcosa non va. È un suono ovattato, mai banale e mai commerciale. C'è sempre un operazione di ricerca che riempe gli spazi tra le parole e non cerca mai il suono del momento.
Il sassofono, coprotagonista del disco, è abilmente suonato da Carlo Cocciardi (aka Funky Carlo) e regala sensazioni di ascolto interessanti e rivolte anche ad un pubblico che si muove tra altri generi rispetto all'indie o all'hip-hop.
Di hip-hop in effetti non ce n'è molto, non almeno nel senso originale del termine. Questo disco, più dei precedenti EP di Giargo in arte (al secolo Giorgio Michele Longo) è più vicino al cantautorato o all'indie, anche se alcuni brani, come Sbirri ad esempio, lo riportano un po' più verso il rap.
Altri brani, come Nudo o Velluto Rosso, sono interpretati da Giargo in arte con grande personalità e si muovono tra il parlato e il cantato con destrezza. Molto interessante la strumentale a base di chitarra dell'ultima traccia, Nudo.
Decisamente sui generis la title track Tonalità: autotunes, base ballabile e ritornello catchy la rendono una mosca bianca all'interno del disco che non altera però l'equilibrio dell'album.
Nel complesso è un disco valido, a cui va riconosciuto il merito di non cercare a tutti i costi il grande pubblico o i grandi numeri a discapito delle intenzioni artistiche: qui sono queste ultime a decidere quale direzione prendere.
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La recensione TONALITÀ di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-07-10 00:00:00
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