Partendo dai luoghi comuni della pandemia, nel suo nuovo LP il compositore affronta oscurità ben più antiche che ci attanagliano
A pochi mesi di distanza dall’uscita di “Fahrenheit 999” degli Scortilla, la sua storica band, Roberto Pischiutta, meglio noto come Pivio, pubblica questo “Cryptomnesia”, un album nato spontaneamente per liberare le vibrazioni negative accumulatesi durante gli asfissianti e tragici mesi di lockdown vissuti da tutti gli abitanti del globo la primavera scorsa. Per questo, ricordando e cercando di esorcizzare gli umori di quelle giornate di isolamento forzato, le basi strumentali di questo nuovo lavoro su lunga distanza dell’artista ligure procedono oscure e ossessive mentre su di loro si fa spazio la voce di Pivio, effettata e spesso distorta fino ai sfidare i livelli di rosso sul mixer, a volte seguendo la scia dei Pink Floyd, altre dei Deftones, altre ancora di Nick Cave ma mescolando il tutto con un’attitudine psichedelica dagli spiccati risvolti elettronici che fanno da contorno alle ambientazioni industrial notturne, metalliche e pulsanti.
Il compositore, pluripremiato per le sue colonne sonore, dà vita così ad una nuova colonna sonora, quella dell’oscurità che accompagna i nostri giorni da sempre, da molto tempo prima che il battagliero virus cominciasse la sua guerra contro le nostre difese immunitarie, “perché l'oscurità si nasconde in luoghi altrettanto insidiosi come un virus pandemico”, spiega l’artista nella presentazione del disco. E ascoltare questo lavoro è doloroso per la carica di riflessioni che stimolano i testi, i quali abilmente proiettano azioni e deviazioni collettive dentro una sfera più personale e introspettiva, ma allo stesso tempo, brano dopo brano, si alimenta uno sfogo liberatorio e catartico.
---
La recensione Cryptomnesia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-07 00:00:00
COMMENTI (1)
bello