Hiroshi Anything 2020 - Elettronica, Post-Rock, Shoegaze

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Post-rock in inglese, con le radici nelle Marche e con la voglia di trovare un posto nel mondo

Se il post-rock ha un'anima, la sua dimensione marchigiana si chiama Hiroshi ed è fatta di tutto e niente: è proprio questa l'essenza ambivalente della parola inglese da cui prende il titolo Anything, il primo album della band.

Nati a Fermo poco più di cinque anni fa, precisamente nel marzo 2015, gli Hiroshi sono Luca Torquati, Lorenzo Renzi, Nicolò Bacalini e Alessio Beato. Hanno concepito e realizzato il disco sia da remoto sia in presenza: l'hanno pensato separatamente in diversi angoli di mondo, dall'Italia all'Olanda fino agli Stati Uniti, hanno iniziato a crearlo a distanza e poi l'hanno concretizzato a tutti gli effetti quando si sono potuti ritrovare insieme in sala prove. Così alla fine, nel disco, il gruppo sposa quattro decenni di influenze musicali: incrocia ritmiche e andamenti rock con prospettive elettroniche, attraversando sfumature shoegaze, IDM e dream pop ma soprattutto celebrando il matrimonio promiscuo tra strumenti analogici e glitch digitali.

Dalle tracce emergono quindi voci come echi lontani (Lost Highway) e sussurri a bassa voce (Run Ran Run), mentre l'amore è terra di scambi (Trading Places) e i pensieri sono frammenti interrotti (Isolation Row). La tracklist di nove pezzi comprende inoltre brani strumentali come Intimate e una vecchia conoscenza come Float (Compilation di musica Italiana, Bella e Importante Volume 92: settembre 2017). In sostanza gli Iroshi sono giovani alle soglie dei 30 anni che cercano di trovare un posto nel mondo ai ricordi lasciati tra le montagne e il mare (Mountains, Shapes): "It's hard to feel anything", dice Days. Le canzoni hanno strutture non canoniche, i testi sono in inglese e l'approccio della band è internazionale: lo dimostra anche la cura dell'immagine in generale. Come sempre, di fronte a una produzione interessante e sperimentale, nasce una curiosità: che suono finale avrebbe un brano in italiano con questo stile? Il risultato potrebbe stupire, basta correre il rischio.

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La recensione Anything di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-12-11 00:00:00

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