Deriansky Qholla 2020 - Sperimentale, Rap, Urban

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Nel suo album di debutto Deriansky si muove tra barre caustiche e abrasive, raccontando l'isteria del presente, e conservando un immenso gusto per il racconto.

Frenetik&Orange e Victor Kwality ci hanno visto lungo. I vari fiori di HANAMI, progetto firmato Asian Fake, stanno sbocciando lentamente, uno a uno, ognuno coi suoi tempi. E dopo Memento, ecco il turno di Deriansky. Per dirla con Carlo e Franco, è un fiore cresciuto in mezzo ai sampietrini. Sampietrini scheggiati, del centro di Parma. Classe 1999, rispecchia l'accezione più cruda della parola urban. Ruvido e inospitale, come una metropoli contemporanea, si presenta al debutto con QHOLLA, e son dolori da subito.

Basta un minuto di intro rumoristica, e Deriansky inizia a decantare. “Sum ma non cogito/ ergo sono una colica”. Il timbro della voce ricorda vagamente Massimo Pericolo, ma il flow è più ingolfato e asciutto; e soprattutto non corre su note, ma su suoni di disturbo, una maglia che è puro delirio tra noise e industrial. Totalmente autoprodotto, con più di un cambio di registro geniale, l’impianto sonoro è compatto, e le parole sono scandite in modo da confondersi con tutto il resto, spesso accompagnate da versi e urla.

I dieci pezzi –più due intermezzi, estratti di subconscio- che compongono QHOLLA sono dritti e semplici. La complessità emerge dopo, mentre tutte le parole ancora stanno sedimentando. Mentre cerchiamo di farci una qualche idea sul personaggio -quando ormai si sta togliendo la maschera-, allora comprendiamo la sua iper-contemporaneità. L’isteria delle barre e l’abrasione che ci provocano, mentre ci scorrono addosso -carnali ma mai adolescenziali-, è l’isteria di oggi, dell’estate appena trascorsa, di un presente compresso ed esaurito.

Il personaggio Deriansky è realissimo, ama sparare a zero su se stesso –“Non sono magico/Sono magro e strabico”- ma soprattutto sugli altri –parlando degli altri rapper, “Sono solo soldi/ Sono Cariparma”. E questa realtà è figlia illegittima della schiettezza con cui non riesce a tenere ferma la lingua. QHOLLA sembra un romanzo di formazione, che non troverà mai un editore perché è zeppo di immagini violente, e di aneddoti irresistibili. E la co-protagonista del romanzo è Parma. Città amarissima, bollente nei mesi giusti, terra di provenienza del glorioso Team Crociati.

Risulta difficile immaginare il futuro di Deriansky, vista la natura puntualmente chirurgica di QHOLLA. Di certo però quando risentiremo parlare di lui, prepariamoci a stare di nuovo scomodi. Perché la sua penna punge, nel modo giusto.

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La recensione Qholla di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-11-27 00:00:00

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