Diego Ribechini AUTOFAGIA 2021 - Cantautoriale, Rock, Pop rock

AUTOFAGIA precedente precedente

Nostalgia e citazionismo in un'opera rock incompiuta

È un po’ che si cerca il ritorno del rock, che io penso non sia mai andato via, ma sia soltanto cambiato e cresciuto, come tutto, ma dettagli. Autofagia è un album nostalgico e citazionista, che vuole tornare alle atmosfere del rock italiano che tanto ha fatto breccia nel negli anni ’80 e ’90.

Diego Ribechini ha una carriera da artista versatile, tra teatro, musical e svariati progetti in band, qui si lancia nell’arduo compito del concept album. Un format complicato per le abitudini di ascolto attuali, a cui è difficile affidarsi se non c’è un grande nome di richiamo, soprattutto se così lungo e non semplice da assimilare.

Le premesse dell’opera rock, con venature progressive, ci sono tutte, anche se con poco virtuosismo strumentale e senza la ricerca dei suoni tipica del genere, che resano piuttosto basic, anche con qualche imprecisione tecnica. Riusciamo comunque a vedere in controluce Timoria nelle melodie, Litfiba nella struttura dei brani (Eva, praticamente un omaggio a Regina di cuori), ma anche i New Trolls del Concerto grosso nei momenti con gli arrangiamenti vocali più stratificati. Addirittura in alcuni punti tornano in mente i Pooh di Ascolta o del musical Pinocchio. È la vocalità di Ribechini, che di musical è esperto, a portare avanti l'album, con un cantato perfettamente in linea con le ispirazioni del genere, nonostante qualche manierismo.

La linea narrativa che dovrebbe legare l’album purtroppo si perde nei testi ricchi di riferimenti letterari, e non riusciamo a tenerne la trama. Gli episodi migliori si distaccano dal suono scuro – Quello che accadrà, Il pazzo col cappellodando più spazio alla voce, incorniciandola in un arrangiamento acustico. Anche un brano simil-pop come L’arca di Noè risalta e porta leggerezza in un disco dalle buone intenzioni ma depotenziato da una produzione apparentemente affrettata, ingenua – anche e soprattutto dal punto di vista sonoro – che non ne fa risaltare le qualità.

Gli appassionati del genere e degli stessi riferimenti musicali ritroveranno una madeleine per tornare a Viaggio senza vento, ai chitarroni, e apprezzeranno certamente il coraggio nella scelta del formato di opera rock di cui Autofagia è un emulo – forse fin troppo – dichiarato.

---
La recensione AUTOFAGIA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-04-16 15:43:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia