P38 NUOVE BR 2021 - Trap

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P38, rap da lotta armata

C'era una volta la favola del rap, una favola nota e arci nota, una favola a cui un numero sempre maggiore di persone ha ceduto il suo orecchio, molte volte il suo cuore, altre la sua approvazione. Il rap che sa di rivalsa, il rap che sa di rivolta personale, il rap che sa di autoaffermazione. Il rap dai mille sapori.

Nella favola del rap tutti ci si mette d'accordo affinchè si lasci correre, non è mica una partita di pallacanestro, suvvia. Passi un "troia", passi un "frocio", passi quello che si vuole, perché comunque fa parte del rap game, è un processo di adattamento a un linguaggio della strada, un meccanismo letterario verghiano, o se vogliamo pasoliniano. E quando il rap esce dalle strade ed entra nella bocca di un arricchito trentenne o quarantenne? Evviva, finalmente possiamo dire che lui ce l'ha fatta, e può ostentare quello che ha, può leccare le piastrelle dello status quo, può fare amare il capitalismo anche a chi è di sinistra. Come in un film di Scorsese si finisce per amare un emerito idiota che non si è mai pentito della sua vita da gangster, del rap amiamo i nostri beniamini anche quando diventano imprenditori. E si tratta di un problema molto serio, a cui non sempre diamo corda perché ogni tanto ci sta anche divertirsi. O no?

Però cosa succede quando ci troviamo di fronte ai P38, comunisti, anticapitalisti, lottarmatisti? Non mi si dica che si deve storcere il naso, e non mi si venga a fare pippotti sulla violenza che non va mai bene, che è sbagliata e via dicendo. Se la giustifichiamo per i rapper di destra, lo si faccia anche per i pochi di sinistra, estrema, radicale. 

NUOVE BR inizia con una traccia parlata, un comunicato ufficiale coronato dai versi finali. "Non siete rapper/Siete degli imprenditori del cazzo/Noi abbiamo letto Gramsci, stronzi/Vogliamo tutto". Yung Stalin, Astore e Jimmy Penthotal sono le voci del progetto, tre tipi dal flow che non è niente male. I beat chirurgici, poco ricercati ma efficacissimi sono a cura di Papà Dimitri. In questi quaranta minuti abbondanti il misterioso quartetto vomita letteralmente tutto quello che può, e tutto quello che vuole, commenta a tinte più che rosse la situazione socio-politica italiana contemporanea. C'è ironia in queste barre? C'è solo grande rabbia e voglia di rivoluzione proletaria? Non è chiaro, sta a noi interpretare.

Nelle bocche dei tre mc scorre senza sosta quello che ad alcuni viene in mente spesso, ma che pare poco decoroso dire, perché siamo tutti buonisti, è vero, ma forse è meglio iniziare a capire che mandare metaforicamente il padrone nel gulag non è più violento che offrire un contratto di 10 giorni a 3 euro l'ora. I P38 non vogliono riflettere in modo spicciolo, non vogliono cadere nel tranello jokeriano del "viviamo in una società". Si limitano a elencare personaggi deprecabili da mettere nel mirino, descrivere scene da terrorismo rosso, tutto con grande coerenza rispetto agli stilemi del rap game. E quindi il nome di Renato Curcio viene accostato in assonanza al marchio Gucci, lo swag deriva dalla maglia della DDR, e al posto di piangere sulla lambo, l'auto decantata con fare epico e disinvolto è la Renault4.

Durante tutto NUOVE BR sono riconoscibili i riferimenti che i tre hanno voluto scegliere, forse per confondere ancora di più l'ascoltatore. Facendo il verso a Salmo, Taxi B e Rosa Chemical è più facile farsi ascoltare, il flow funziona anche se si parla di lotta armata e di sequestri. E chi si salva in questo marasma di vendetta politica? Si sentono i nomi di Marta Collot prima e di Marta Fana poi. Un sospiro di sollievo. 

Ora c'è da chiedersi: è più auspicabile che il disco in qualche modo raggiunga una visibilità tale da diventare pietra di scandalo, rischiando di troncare però la carriera dei P38, o che rimanga nelle cuffie di noi pochi esaltati che continueremo a cantare in strada sottovoce BOCCONIBRUCIA? Se non fossimo nell'epoca del social che inghiotte e rimastica a velocità imbarazzanti opterei per la prima, ma forse rimane da scegliere la seconda opzione, limitandosi a fare un passaparola, pratica invecchiata ma talvolta efficace.

Chissà quanti inorridiranno, chissà quanti con ancora Mr Simpatia nel lettore cd della macchina diranno che però la lotta armata, che il comunismo è come il fascismo, e tutte le favolacce che conosciamo. Chissà.

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La recensione NUOVE BR di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-29 21:23:00

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