Human Tapes Junkle 2021 - Lo-Fi, Elettronica, Easy-listening

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Col nuovo Ep 'Junkle', Human Tapes continua ad esplorare territori intermedi tra jazz ed elettronica spingendosi verso orizzonti più sperimentali ma ampiamente godibili

Nuovo ep per Human Tapes, al secolo Raffaele Fogliamanzillo – talentuoso compositore e polistrumentista partenopeo particolarmente ricco di idee, spunti e background culturale, e nuovo passo in avanti verso orizzonti non tanto diversi quanto più evoluti in termini di stile compositivo rispetto alle precedenti esperienze di Childhood (2019) e Izumi (2018).

L'aggancio stilistico che costituisce la base portante delle strutture architettoniche di Junkle, infatti, sembra trovare più pane per i denti nella precedente esperienza sulla media distanza Saturn Flower (2020) in collaborazione con la voce neo-soul di Y'ma Drop. Si tratta di una percezione che sembra distaccare ancora di più le composizioni a nome Human Tapes dalle atmosfere ambient dei primi lavori, per accostare il tutto a un approccio più chitarristicamente jazz – stando alle origini culturali del soggetto in questione – ma sempre adagiato su impostazioni ritmiche sperimentali e ideologie elettroniche non di facilissimo tornaconto emozionale eppure, proprio per questo, decisamente interessanti in termini di evoluzione sonora.

Facendosi ampiamente strada grazie a un indiscutibile gusto melodico associato a una ferrea e appassionatissima volontà di ricerca tra alchimie sonore ed essenza emozionale del lavoro complessivo, Junkle procede a passi brevi ma spediti verso una commistione di sonorità non del tutto inedita ma senza dubbio notevole e particolarmente efficace in merito a ciò che di più caparbiamente inventivo riesce a proporre all'ascolto.

Se un incipit chitarristico come quello di Meditation, dunque, può far pensare a un'ispirazione prossima al Pat Metheny meno ostico e più incisivo, ecco subito spuntare fuori articolazioni elettroniche ritmicamente quasi fuori contesto eppure perfettamente in linea con le intenzioni complessive del progetto. Predisposizione, questa, che non tarda a rendersi capostipite di intenti nel momento in cui il discorso prosegue sulle strade parallele di fiati classici prestati a impostazioni quasi lounge e metriche forsennate ai limiti dell'Aphex Twin dei '90. Non si fanno attendere, però, anche influenze latineggianti su trattamenti sonori alla Kruder & Dorfmeister (The tiger monk) o densi di chitarrismi languidi e sinuosi da night club (Depth), così come piani elettrici su prospettive quasi swing (Junkle) e tendenze a una disco music di provenienza '70 ma intrisa di easy listening e ambient chill-out (Ghost inside my heart).

Lavoro perfetto per una pace dei sensi che non sia sinonimo di mera tranquillità ma ricerca di un ulteriore livello di approccio verso il reale.

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La recensione Junkle di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-03-22 15:13:00

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