Ulisse SchiavoPrecious Silver Grace2022 - Cantautoriale, Elettronica

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Ulisse Schiavo incastona la propria musica in una dimensione di pop intimo e caldo dalla strana ruvidezza, guidato da una voce meravigliosa e da una affascinante disomogeneità

Uno strano mullet, con ciuffi bianchi in evidenza, sguardi urlanti in luci metalliche nelle fotografie
promozionali. Così si presenta Ulisse Schiavo al lancio del suo disco Precious Silver Grace, con
un’immagine di sé che pare distorta a sentire l’attacco della prima traccia. Un ansimare sonoro che
potrebbe precedere un lungo momento di apnea, a cui fa seguito quella che sembra soltanto una ballad pianistica di voci sussurrate à la James Blake. Ma poi, proprio come farebbe il cantautore inglese, inizia a subentrare una ritmica fatta di rumori elettronici, prima di un outro con arpeggi di chitarra acustica e falsetti. Parrebbe un discreto bordello, ma in realtà non è così. Si tratta di un grande gioco di smarcamenti e contrasti alternati.

Tutto il disco di Ulisse Schiavo procede in questo modo, facendo della disomogeneità la propria matrice assoluta. Disomogeneità in primis sul piano linguistico. Il cantautore veneto passa dall’inglese all’italiano per un passaggio fondamentale del disco, ma senza mettere troppa enfasi sulla cosa, e sebbene l’orecchio percepisca il cambio di musicalità delle lingue, il modo di cantare di Ulisse non cambia per niente, affronta le parole con la stessa calma intrisa di intensità e le sposta. Sono sintomi di una voce che ha una forza non indifferente.

Sta proprio nell’emissione del suono la chiave che unifica Precious Silver Grace, un disco che a parte la frenesia caotica iniziale, e conservando una strana ruvidezza, prova ad incastonarsi in una dimensione di pop intimo e caldo, nonostante la malinconia. I riferimenti d’oltremanica sono evidenti, come quelli d’oltreoceano – da notare la posizione di coda di I Want Disappear, un brano che con un po’ più di epicità nel ritornello sarebbe in alta rotazione negli States –, ma sembrano esserci assonanze con la grazia di Niccolò Fabi. Non solo in Sale, unico brano in italiano, ma anche dopo, in tracce come You Are Invisible, una carezza che rimanda parecchio ai modi soavi del cantante romano.

Giocando a smarcarsi dalla sua immagine così glamour e accattivante, Ulisse Schiavo ci ha regalato un proprio ritratto sonoro che ha colori decisamente più variegati del lilla sfumato della cover dell’album. Precious Silver Grace è un disco notevole che sporca il pop contemporaneo più riconoscibile per portarlo in un porto meno sicuro. Manca ancora qualcosa a questa operazione di sporcizia, come la rimozione ad alcuni riferimenti indie rock di troppo e qualche scelta radicale in più, ma quella di Ulisse Schiavo è senza dubbio una gran penna – soprattutto in inglese – che può far affidamento su una voce meravigliosa. Teniamocelo stretto.

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La recensione Precious Silver Grace di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-03-11 00:00:00

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