Vezzani The Saddest noise, the sweetest noise 2022 - Alternativo

The Saddest noise, the sweetest noise precedente precedente

Suono che nasce dalla parola, armonia che nasce da una frase, forma musicale che si genera da un concetto poetico. Un lavoro di sinestesia artistica, un caleidoscopio di suoni e colori al servizio della parola.

The saddest noise, the sweetest noise è l'ultimo lavoro di Giacomo Vezzani, artista Laziale legato a doppio filo al mondo teatrale.

Si tratta di una raccolta di otto brani composti per dare vita e nuova prospettiva ad alcuni versi della sterminata produzione di Emily Dickinson. L'idea è quella di far vivere la poesia anche oltre il suo stato di opera della parola, per donarle altri punti di vista e offrire nuovi spunti alla sua sensibilità artistica.

Così ogni componimento è una ricerca, una sperimentazione messa in atto direttamente sulla materia poetica che viene interpretata dalla voce cantante e si muove attraverso panorami sonori sempre diversi, in maniera tridimensionale.
Musicalmente parlando si nota la presenza di molta elettronica sotto forma di pad, texture pad e pianoforti preparati. Non c'è una struttura standard come la forma canzone, ma il panorama sonoro va formandosi attorno alle parole dei testi, risultando più una macchia di colore che una struttura ben definita.

Disturbi elettronici, percussioni post moderne e suoni alieni non hanno il ruolo di tenere una ritmica, ma di dare colore, spessore alle composizioni musicali. Il risultato è sicuramente affascinante, perché vive di aperture e di momenti di tensione e rientro che non sono dettati dalla musica, ma dalle parole e dalla loro capacità evocativa.

Al livello produttivo si è badato alla chiarezza e all'intelligibilità sia della parte musicale che della parte cantata e questo è stato possibile creando alla voce una sorta di "cunetta" nelle frequenze medio-alte nella quale potersi poggiare e in un'equalizzazione attenta a valorizzare le frequenze chiave di ogni strumento. Non c'è una ricerca della loudness, ma della naturalezza del suono e delle sue dinamiche, per quanto l'elettronica utilizzata sia già di per se un po' limitante riguardo agli estremi di volume.

In conclusione The saddest noise, the sweetest noise è un disco puramente sperimentale, che non ricerca la musica fine a se stessa e che nemmeno però cerca di mettere al centro del discorso un componimento poetico, accompagnato da strumenti musicali. Si tratta di un'idea ben diversa e cioè l'idea che un testo poetico non debba essere limitato al mondo della poesia, ma dal quale possa nascere una suggestione, in questo caso musicale, unica e non sovrapponibile ad altro. L'ascolto risulta fluido, anche se i bpm sono sempre molto bassi e non sempre la tensione e il mordente dati dalle trame sonore riescono a tenere alta l'attenzione. Forse si sarebbe potuto provare anche a cambiare passo accelerando e dando uno spunto diverso, magari meno grave a certe composizioni. Il rischio reale è che, partendo da una sincera ispirazione, si sia cascati in una posa necessariamente seria ed "ingessata" dell'arte di Emily Dickinson.

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La recensione The Saddest noise, the sweetest noise di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-11-18 00:00:00

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