A volte capita di raschiare il barile dell’immaginazione, per spendere due parole che valgano almeno il disturbo che si è preso un gruppo spedendoti un cd. Cosa volete: gli umbri Laniakea risultano ostici, indigesti, cupi e neri come la pece. Pezzi tra rock duro e metallo novello con un cantato sciatto, spesso così grezzi da sembrare incompiuti. In tal senso riflette una consapevolezza esemplare, il titolo dell’album.
Persino quegli spunti strumentali (“Seth”, “Uomotopo”) o tentativi di eludere gli schemi hard (“Il Cilindro Degli Specchi”), paiono buttati lì a caso. Gli episodi più simpatici, così, finiscono per essere la cover dei Led Zeppelin in stile Metallica e “Immagina Ciò Che Vuoi”. 22 secondi di… nulla.
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