BIAS Amsterdam 2023 - Alternativo

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Per rinnovate esigenze di reinterpretazione personale, Bias cade nella trappola tesa da testi rappati e Auto-Tune. È bene sperimentare, ma meglio farlo con modalità più consone al proprio estro creativo

Nato dalle ceneri del progetto individuale Ex Novo, ma forte anche di precedenti esperienze underground, Bias – all'anagrafe Gian Luca Biasini – comincia a sperimentare con suoni e modalità compositive in pieno periodo di chiusura pandemica per dare vita a una visione artistica d'insieme non inglobata in generi specifici, in quanto aperta ad ogni possibile soluzione resa necessaria dal momento creativo. Ne nasce un progetto interessante per ampiezza di vedute e pluralità espressiva, percorso che porta Biasini a cimentarsi tanto in produzioni proprie quanto in particolari e personalissime reinterpretazioni di tasselli provenienti da figure di riferimento affettivamente importanti. Un simile approccio permette al nostro di sperimentare diramazioni come alternative rock, elettronica ambient, dance, techno o neopsichedelia, fino ad arrivare a pescare anche nel marasma di composizioni per colonne sonore cinematografiche.

In linea con una forte esperienza emotiva individuale legata alla chiusura di una storia d'amore, la scelta reinterpretativa odierna ricade – non a caso – su Phone Call di Jon Brion, frammento strumentale che fa da tema portante alla magnifica pellicola di Michel Gondry Eternal sunshine of the spotless mind.

Tramite il suo nuovo brano Amsterdam, la versione che Bias offre della delicata e avvolgente musicalità di Brion fa leva inizialmente su una interessante predisposizione ambient-IDM che ne assimila la struttura e la ricontestualizza in maniera abilmente personale – per quanto non originale, ma poco importa – attraverso un'operazione di aggiornamento sonoro per mezzi tecnici utilizzati e disposizione del materiale complessivo. Peccato solo che l'approccio successivo all'incipit strumentale vede l'artista bolognese scegliere di aggiungere un testo di proprio pugno che lascia sfociare il tutto in una simil-trap comune e alquanto scontata, per quanto comprensibilmente orientata a una specifica e attualmente comune modalità di sfogo verbale e sonoro di cui il diretto interessato nutriva sincera urgenza di declamazione.

Resta ferma, ad ogni modo, la convinzione di avere a che fare con una personalità creativa capace di approdare su più sponde per meglio scrutare la complessità multiforme legata a ogni possibile interpretazione della realtà circostante.

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La recensione Amsterdam di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-01-16 15:50:37

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